Qualcosa si è rotto nell’intesa Schlein-Bonaccini, sbandierata all’indomani delle primarie del Pd in cui il presidente dell’Emilia-Romagna ha dovuto cedere il passo alla sua ex numero due. «Stefano, il nostro accordo era chiaro, alla tua designazione a presidente del partito sarebbe seguita l’indicazione da parte mia dei presidenti dei gruppi parlamentari». Così, scrive La Stampa, la segretaria dem avrebbe risposto alle rimostranze del governatore sulle scelte «scelte calate dall’alto» di Chiara Braga e Francesco Boccia come capigruppo alla Camera e al Senato. Una sorta di do ut des che, secondo quanto riportato, Bonaccini pensava non fosse stato ancora deciso. E che invece Schlein dava per scontato o, meglio, pattuito.

Bonaccini: «Sintonia non difficile se si fanno i passaggi giusti»
«Dopo il positivo passaggio dell’assemblea nazionale del 12 marzo sarebbe assolutamente auspicabile che anche i prossimi passaggi si svolgessero in un clima di unità e collaborazione. Non mi sento minoranza e voglio dare una mano a rafforzare il Pd a tutti i livelli, anche condividendo responsabilità», ha spiegato Bonaccini. «Elly mi ha rappresentato il suo orientamento sui capigruppo la settimana scorsa e mi sono sentito in dovere di consigliarle subito prudenza. Non perché io creda che spetti a me dare pagelle sui nomi, ma perché penso che coi gruppi parlamentari vada costruito un rapporto positivo: da un lato rispettoso della linea uscita al congresso ma al tempo stesso rispettoso dell’autonomia dei gruppi e degli orientamenti che ci sono». E poi: «Costruire questa sintonia a me non pare così difficile se si fanno i passaggi giusti e non si calano dall’alto proposte chiuse e indiscutibili», ha spiegato Bonaccini.

Domani la riunione di Schlein con deputati e senatori
C’è tensione ai vertici del Pd, ma un vero braccio di ferro è altamente improbabile. L’intesa Schlein-Bonaccini andrà avanti, anche se la segretaria tirerà dritto su Braga e Boccia. «Prima di partire per qualche giorno in una missione in Texas che avevo fissato da mesi, ho pensato fosse giusto raccogliere questo appello e dirvi che, se lo ritenete utile, mi muoverei come la segretaria mi ha proposto ancora stamattina: proseguire nel confronto per capire come intenda comporre il quadro complessivo nelle prossime ore, auspicabilmente da qui a lunedì», ha detto il presidente del Pd nella riunione di ieri con i suoi. Alla riunione convocata dal presidente dem in vista dell’assemblea congiunta non ha tra l’altro preso parte un ampio gruppo di parlamentari, “neoulivisti“, che pur avendo sostenuto Bonaccini alle primarie ora sono passati dalla parte di Schlein. Tra essi Marco Meloni, Anna Ascani, Enrico Borghi, Matteo Mauri, Ilenia Malavasi, Lorenzo Basso, Beatrice Lorenzin, Annamaria Furlan e Antonio Nicita. Punti fermi Braga e Boccia, in ballo ci sono vicepresidenze e tesorieri dei gruppi parlamentari, così come ruoli nella segreteria. Tutto si giocherà domani 27 marzo, quando è convocata la riunione di deputati e senatori con Schlein, volata a Bruxelles per incontrare i vertici del Pse senza prima aver trovato la quadra interna al partito.