Dici sceicchi e pensi a Nasser Al-Khelaifi, dal 2011 a capo del Paris Saint Germain per conto del fondo sovrano del Qatar, Tamim bin Hamad Al-Thani. E ancora a Mansour Bin Zayed Al Nayhan, cugino di al-Thani, membro della famiglia reale di Abu Dhabi, ma, soprattutto, munifico proprietario del Manchester City. Entrambe le guide societarie in attesa di alzare la Champions League hanno comunque trasformato il panorama del calcio europeo. Ambizioni identiche, ma più recenti si covano nei dintorni di Newcastle dopo l’acquisizione del club da parte del fondo saudita Pif (che non comprerà l’Inter da Suning). Eppure da tante altre parti del mondo le cose sono andate diversamente. Come si usa dire, la ciambella non è riuscita con il buco.
Malaga e Almeria, gli sceicchi andalusi
È accaduto, ad esempio, a Malaga nel 2010, dove Abdullah bin Nasser Al-Thani, senza legami con Qatar Sport Investements, ma imparentato con la famiglia reale, ha acquistato la società locale da Lorenzo Sanz per 36 milioni di euro. Reduce dal 17esimo posto nella Liga, la squadra rinforzata da un mercato di livello assoluto (Julio Baptista, Enzo Maresca, Martin Demichelis, Ruud Van Nistelrooy, Isco, Joaquin, Santi Cazorla) nel giro di due stagioni è riuscita a qualificarsi alla Champions League. Nemmeno il tempo di celebrare il prestigioso traguardo, che l’Al-Thani andaluso si è sfilato dal progetto, annunciando l’intenzione di vendere. Smantellata, la squadra ha disputato una buona stagione, finendo sesta in Liga e fuori ai quarti in Europa. Fu il canto del cigno, prima del declino che nel 2018 l’ha portata in Segunda Division, categoria in cui tuttora si arrabatta. In buona compagnia, perché nello stesso campionato c’è pure l’Almeria di Turki Al-Sheikh. Il politico saudita che nel 2019 ha rilevato il club biancorosso per circa 20 milioni di euro col sogno non troppo nascosto di riportare i biancorossi nella Liga. Per adesso si è dovuto accontentare della solida fama di mangia-allenatori.
Visualizza questo post su Instagram
Sheffield e Charlton, l’altra Premier League degli sceicchi
Manchester City, Newcastle, come detto, ma anche Sheffield United, dal 2020 interamente di proprietà di Abdullah bin Mosa’ad bin Abdulaziz Al Saud. Il principe saudita aveva acquistato il 50 per cento del club nel 2013, quando si trovava in terza divisione. Lo ha portato fino alla Premier, ed è lì che adesso vorrebbe tornare dopo la retrocessione incassata nel 2020. Dallo Yorkshire alla Grande Londra, il Charlton è stato per un breve periodo di proprietà di Saeed Bin Tahnoun Bin Mohammed Al Nahyan, cugino di Mansour. Acquistato dal consorzio East Street Investments di Abu Dhabi a novembre del 2019, a settembre dell’anno successivo era già passato nelle mani dell’imprenditore danese Thomas Sandgaard. Giusto il tempo di precipitare dalla Championship alla League One.
Roma, Torino e Salernitana: se lo sceicco è un miraggio
Ed eccoci all’Italia, dove gli sceicchi per il momento sono solo immaginari. Poco attraente il calcio nostrano per gli investimenti arabi che, salvo rare eccezioni, si trova ancora senza stadi di proprietà. Eppure i richiami d’oriente non mancano mai. Prima dell’acquisizione da parte di Dan Friedkin, nell’estate del 2020 la Roma è stata vicina all’imprenditore del Kuwait Fahad Al-Baker, proprietario della Winners International Trading: «Posso confermare che abbiamo presentato un’offerta a James Pallotta per l’acquisizione dell’As Roma, attraverso il mio intermediario Alharit Alateeqi. Stiamo aspettando la risposta», scrisse su Twitter. Visto l’esito della trattativa, la replica di Pallotta non deve essere stata positiva.
I can “now” confirm that we have submitted an offer to Mr. Pallotta for the aquasition of AS Roma through my mandate Mr. Alharith Alateeqi. We are waiting for the response from Mr. Pallotta to hopefully accept our proposal. #AS Roma#Roma#Kuwait
— فهد عبدالرحمن البكر (@fahadalbaker1) August 2, 2020
Qualche anno prima, siamo al 2012, si era sparsa invece la voce di un interesse da parte dell’emiro Saud bin Saqr Al-Qassimi per il Torino. In un’intervista, il fratello dell’emiro di Ras al-Khaima, non aveva escluso la possibilità di incontrare il patron Urbano Cairo. Ipotesi tramontata in un battito di ciglia. Tra i tifosi della Salernitana, club che Claudio Lotito già proprietario della Lazio deve vendere entro il 2021, l’illusione è durata ancora meno: era bastata la presenza della principessa qatariota Amna al-Thani, in vacanza nella costiera amalfitana, per accendere suggestioni arabe. Qualche titoletto di giornale e nulla più. Ha fatto scalpore, specie in Sicilia, il caso di Jihed Gharbi, imprenditore di origini tunisine che ha comprato il Marsala nell’estate del 2020, per poi lasciarlo lo scorso aprile: «Ho compreso che non sono stato ritenuto benvenuto. Avevamo una rosa forte per l’Eccellenza che stavo cercando addirittura di rinforzare, volevamo vincere il campionato ma tutto è andato all’aria. Ho speso soldi ma inutilmente».
Lo strano caso del Beitar Gerusalemme
Infine, il curioso caso del Beitar Gerusalemme, ovvero il club con la tifoseria più razzista al mondo, che si vanta di essere l’unico club di Israele a non avere mai avuto giocatori di origine araba e palestinese squadra. Ebbene, il 50 per cento delle quote societarie è stato recentemente acquistato da Hamad bin Khalifa al-Nahyan, sceicco degli Emirati Arabi Uniti, che ha annunciato di voler investire 300 milioni di shekel (circa 75 di euro) nei prossimi dieci anni, per migliorare le prestazioni di un club che al momento naviga a metà classifica. D’altronde si sa, pecunia non olet.
