A 25 anni dagli ultimi scavi, a Ercolano è venuta alla luce una nuova straordinaria scoperta: uno scheletro parzialmente mutilato di uomo che la valanga di fuoco e gas sputata dal Vesuvio in eruzione ha fermato a un passo dal mare e dalla possibile salvezza. Un ritrovamento che potrebbe portare nuova luce sugli ultimi momenti di vita dell’antica città, seppellita come la vicina Pompei nel 79 d.C.
Ercolano, la scoperta sulla spiaggia
«Un ritrovamento da cui ci aspettiamo moltissimo», ha detto all’Ansa il direttore Francesco Sirano, dal 2017 alla guida del Parco Archeologico. Teatro della scoperta l’antica spiaggia di Ercolano, città un tempo molto amata dall’aristocrazia romana, gravemente danneggiata dal terremoto di Pompei del 62 e poi completamente sepolta sotto una coltre di fango e materiali piroclastici nel 79. Proprio qui, in riva al mare, una trentina di anni fa furono rinvenuti, ammassati in piccoli magazzini affacciati sull’antico arenile, i resti di più di 300 fuggiaschi che avevano cercato riparo nell’attesa di essere portati in salvo dalla flotta di Plinio il Vecchio.
Ercolano, le parole del ministro Franceschini
Eccolo dunque, l’ultimo fuggiasco di Ercolano, riverso con la testa all’indietro in direzione del mare e circondato da pesanti legni carbonizzati: età compresa tra 40 e 45 anni, nemmeno pochi per l’epoca, e ossa che appaiono di un rosso acceso. È l’impronta lasciata dal sangue della vittima, conseguenza del particolarissimo processo di combustione provocato a Ercolano dalla corrente di magma, cenere e gas arrivata dal Vesuvio. «Una scoperta sensazionale», l’ha definita il ministro della cultura Dario Franceschini, sottolineando come il ritrovamento sia dovuto «alla ripresa in questo luogo, dopo tanti anni, di uno scavo scientifico condotto dal personale tecnico del ministero». I nuovi scavi sono legati all’allestimento di un percorso che consentirà ai visitatori di raggiungere la monumentale Villa dei Papiri, ripercorrendo quella che nella città antica era la passeggiata sul lungomare e che ancora oggi rimane l’unico fronte a mare completamente conservato di una città romana.