Bastano bottiglie di plastica usate e qualche scarto di caffè per ottenere un paio di scarpe da corsa performanti e sostenibili. Questo il progetto dell’azienda di calzature finlandese Rens che, martedì 3 agosto, ha lanciato una raccolta fondi sul web utile a finanziare la creazione e il lancio sul mercato delle sue sneaker a impatto zero. Il prodotto seguirà una filosofia green in ogni passaggio del processo di produzione: dalla lavorazione al packaging, passando per il trasporto e la distribuzione. «A molti quest’idea potrebbe sembrare fin troppo innovativa e azzardata ma noi siamo convinti che possa essere l’inizio di una rivoluzione importante nell’ambito della tecnologia applicata a indumenti e accessori da utilizzare nella quotidianità», ha spiegato al Guardian Son Chu, co-fondatore della startup. La Nomad, questo il nome del prodotto, sarà interamente composta di plastica riutilizzata e polvere di caffè rimasta sul fondo delle macchinette o delle cialde. Per le membrane utili a impermeabilizzare le scarpe, invece, si utilizzerà poliestere riciclato.
Un’azienda dalla filosofia green
La compagnia non è nuova a iniziative di questo tipo. Prima del progetto Nomad, infatti, i Ceo di Rens avevano già organizzato un crowdfunding su Kickstarter nell’estate del 2019 per accumulare fondi da investire nella creazione di un prodotto simile. «Questa nuova proposta ci aiuta a ribadire quanto teniamo alla missione di proporre una moda che può diventare sostenibile con l’apporto del tech», ha aggiunto Jesse Tran, co-fondatore e socio di Chu, «Grazie al feedback dei clienti che si erano prestati a provare la prima versione, siamo sicuri di poter offrire un’alternativa di livello, comoda e competitiva. Ottima anche per gli sportivi di professione».
L’abbigliamento sportivo strizza l’occhio all’ambiente
Negli ultimi anni, il settore dell’abbigliamento sportivo si è fatto portavoce di una politica eco-friendly attraverso l’adozione di materiali riciclabili e l’introduzione di strategie produttive non inquinanti. A giugno, i report di Mintel, società di ricerche di mercato, hanno evidenziato come sempre più brand abbiano sostituito la stoffa con il poliestere e si siano dati da fare per incoraggiare i consumatori a comprare pezzi e articoli usati, in modo da innescare un circolo virtuoso che, in futuro, potrebbe garantire vantaggi importanti. Sulla stessa linea di pensiero anche grandi firme come Gucci, Stella McCartney, Solomon e Adidas. Quest’ultima nel lontano 2015, aveva lavorato con la non profit Parley for the Oceans per il brevetto di un paio di scarpe da tennis ricavate dalle microplastiche recuperate in mare.