Sarah Scazzi, sconto di pena per lo zio Michele Misseri

Alice Bianco
24/03/2023

L'uomo più volte aveva cambiato versione sulla vicenda. Oggi compie 69 anni e potrà uscire dal carcere prima del previsto.

Sarah Scazzi, sconto di pena per lo zio Michele Misseri

Il 69enne Michele Misseri, ritenuto complice della moglie Cosima Serrano e della figlia Sabrina nell’omicidio della nipote Sarah Scazzi, uscirà dal carcere nella primavera del 2024 grazie a uno sconto di pena. Si tratta, in particolare, di 41 giorni in meno con l’attuazione del decreto «svuota carceri».

Lo sconto di pena per Michele Misseri 

L’avvocato dell’uomo, Luca La Tanza, ha presentato un ricorso sulla base del predetto provvedimento accolto il 22 febbraio scorso dal magistrato di sorveglianza di Lecce Stefano Sernia. La Tanza si è speso per il suo cliente Misseri dopo aver visto la cella in cui vive sprovvista della doccia e dell’acqua calda. La stanza, che il detenuto condivide con altre persone, è di dimensioni inferiori ai 3 metri quadrati per persona. Una condizione abitativa ritenuta invivibile ed è per questo che il magistrato di sorveglianza di Lecce ha concesso lo sconto della pena.

Michele Misseri, che si trova in carcere dal 9 marzo del 2017 con l’accusa di soppressione del cadavere della nipote, uscirà dal carcere nella primavera del 2024.

Michele Misseri indagato per l'omicidio di Sarah Scazzi: ridotta la pena
Sarah Scazzi (Facebook)

Circa un anno fa, il difensore di Misseri aveva già cercato di trovare una misura alternativa al carcere, chiesta ma rigettata. In carcere Misseri lavora, fa volontariato, ha frequentato corsi di pittura e di falegnameria e proprio oggi compie 69 anni.

L’uomo aveva confessato l’omicidio

Il contadino di Avetrana, dopo diversi cambi di versione, nel 2018 era tornato ad autoaccusarsi dell’uccisione di Sarah. Questo per scagionare sua moglie Cosima e sua figlia Sabrina, che stanno scontando l’ergastolo per l’omicidio. Direttamente dal carcere, Misseri aveva anche scritto una lettera di scuse alla madre di Sarah, ribadendo che la moglie e la figlia non erano responsabili dell’uccisione. All’inizio della vicenda, si era auto accusato dell’omicidio e aveva indicato il luogo in campagna in cui aveva nascosto il corpo, poi cambiò versione accusando la moglie e la figlia per poi cambiare nuovamente versione e tornare ad autoaccusarsi.