Sarah Scazzi, zio Michele: «Sono io il colpevole, liberate Sabrina e Cosima»

Elena Mascia
25/03/2023

«Quando esco da qui non mi fermerò perché devo lottare per mia figlia Sabrina e mia moglie Cosima, sono innocenti e ho paura che mia figlia la faccia finita per colpa mia».

Sarah Scazzi, zio Michele: «Sono io il colpevole, liberate Sabrina e Cosima»

Altro tassello nel caso di Sarah Scazzi: il mezzo utilizzato è quello della lettera e il mittente è lo zio della ragazza, Michele Misseri. L’uomo, che il giorno prima aveva appreso la notizia dello sconto di pena di 41 giorni ricevuto a seguito del decreto cosiddetto svuota-carceri, ha scelto l’emittente Telenorba come destinatario della sua comunicazione.

La lettera di Michele Misseri 

Questo il contenuto: «Sono io il vero colpevole. Quando esco da qui non mi fermerò perché devo lottare per mia figlia Sabrina e mia moglie Cosima, sono innocenti e ho paura che mia figlia la faccia finita per colpa mia. Non le hanno torto neanche un capello al povero angelo biondo. Non ha avuto giustizia vera e con gli innocenti non si fa giustizia. Ho perso il conto di quante lettere le ho scritto senza una risposta e sto male. So cosa significa stare in carcere da innocente. Per me non lo è stato perché sono colpevole».

Michele Misseri, lo zio di Sarah Scazzi, affida a Telenorba la confessione della sua innocenza, scagionando la moglie e la figlia
Michele Misseri (web)

L’uomo, attualmente detenuto nel carcere di Lecce, era stato condannato a 8 anni di reclusione per la soppressione del cadavere della nipote Sarah Scazzi e sta scontando la pena non solo per il reato principale ma anche per la diffamazione nei confronti dell’ex consulente Roberta Bruzzone e del suo ex avvocato Daniele Galoppa. Durante la reclusione è sempre emersa la sua buona condotta, tanto da essere arrivato ad uno sconto di pena pari a un totale di 500 giorni.

L’ennesima auto-accusa

Come riportato dal Corriere del Mezzogiorno Misseri «sarebbe potuto uscire dalla struttura penitenziaria e continuare a scontare la sua pena a casa con la possibilità di lavorare. Un imprenditore agricolo era stata disposto a impiegarlo nella sua azienda, ma il Tribunale di Sorveglianza rigettò la misura per via dell’atteggiamento del contadino di Avetrana, fermo sulle sue posizioni nel continuare ad auto accusarsi come unico responsabile dell’omicidio della nipote». La ragazza aveva quindici anni quando venne uccisa e gettata in un pozzo il 26 agosto 2010. La figlia Sabrina Misseri e la moglie Cosima Serrano, rispettivamente cugina e zia di Sarah, stanno scontando l’ergastolo per l’omicidio della nipote.