La scienziata Sarah Gilbert: «Le prossime pandemie potrebbero essere peggiori del Covid»

Redazione
06/12/2021

La professoressa, tra i creatori del vaccino AstraZeneca, ha spiegato: «Nulla impedisce di pensare che in futuro potremmo fare i conti con malattie più letali o contagiose».

La scienziata Sarah Gilbert: «Le prossime pandemie potrebbero essere peggiori del Covid»

Il peggio deve ancora venire. Almeno stando alle parole pronunciate da Sarah Gilbert. La scienziata, a cui va il merito, insieme ad altri colleghi, di aver messo a punto il vaccino AstraZeneca, è stata piuttosto chiara: «Le pandemie future potrebbero essere peggiori del Covid», ha dichiarato. Nessuna illusione insomma, perché «questa non sarà l’ultima volta che un virus minaccia le nostre esistenze. In futuro potremmo confrontarci con malattie più contagiose, più letali, o che siano peggiori sotto entrambi gli aspetti».

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Sarah Gilbert: «Per combattere il Covid servono nuovi finanziamenti»

Non è tutto perché ha aggiunto la necessità di nuovi finanziamenti affinché i progressi attuali nella lotta al virus non vadano persi: «Non possiamo permettere che dopo una situazione come quella che abbiamo passato negli ultimi due anni, con le enormi perdite economiche annesse, i fondi siano insufficienti per una risposta adeguata». Soprattutto, della scoperta della variante Omicron, sulla quale ha spiegato: «Sarebbe opportuno che le persone fossero più caute finché non si avranno maggiori informazioni».

Sarah Gilbert: «Non sappiamo ancora se il vaccino è efficace contro Omicron»

Già nei giorni scorsi, la scienziata a cui Barbie aveva dedicato una bambola e il pubblico di Wimbledon una memorabile standing ovation durante il tradizionale torneo di tennis estivo, aveva mostrato infatti perplessità sull’efficacia del vaccino di fronte a Omicron: «Ci sono ulteriori cambiamenti che potrebbero significare che gli anticorpi indotti dai vaccini, o dall’infezione con altre varianti, potrebbero essere meno efficaci nel prevenire l’infezione da Omicron. Fino a quando non ne sapremo di più, dovremmo essere cauti e prendere provvedimenti per rallentare la diffusione di questa nuova variante».

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