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Un bicchierino per Kim

Colpita dalla crisi economica e dal Covid, la Corea del Nord chiede l’allentamento delle sanzioni per riaprire il tavolo con gli Usa. Tra le richieste, il via libera all’importazione di liquori e abiti firmati.

4 Agosto 2021 11:084 Agosto 2021 12:16 Redazione
La corea del nord chiede allentamento delle sanzioni

Timidi spiragli di apertura da Pyongyang. Non solo la settimana scorsa è stata ripristinata la hotline tra le due Coree che il regime aveva sospeso un anno fa, ma il regno eremita – stretto dalla crisi economica, per la prima volta ammessa da Kim Jong-un, dalla pandemia di Covid e da una gravissima siccità – ha chiesto anche l’allentamento di alcune sanzioni – imposte dalle Nazioni Unite nel 2006 – come condizione per riavviare i colloqui sulla denuclearizzazione con gli Usa. In particolare, secondo quanto riportato dal Nis, l’intelligence di Seul, la Corea del Nord, vuole che venga revocato il divieto di esportazione di metalli e di importazione di carburanti e beni di lusso non solo per il «consumo personale di Kim Jong-un», hanno fatto sapere da Seul, «ma per distribuirli all’élite di Pyongyang». I servizi sudcoreani hanno inoltre smentito le voci circa le precarie condizioni di salute del Grande leader circolate dopo la diffusione di una foto in cui appariva con una macchia dietro la testa coperta da un cerotto.

Da Washington nessuna risposta

Al momento gli Usa non hanno risposto. Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha proposto anzi di convocare le controparti del sud-est asiatico per attuare pienamente le sanzioni contro la Corea del Nord. Gli Stati Uniti, è stato ricordato, erano disposti a incontrare la Corea del Nord «in qualsiasi momento, ovunque, senza precondizioni», senza avere alcuna risposta. Nel frattempo, hanno sottolineato sempre dal dipartimento di Stato, «in assenza di qualsiasi tipo di impegno, le sanzioni delle Nazioni Unite rimangono in vigore e continueremo a farle rispettare insieme alla comunità internazionale».

Dallo storico incontro tra Kim e Trump al nulla di fatto

Nel 2018, gli Stati Uniti di Donald Trump avevano avviato i negoziati per la denuclearizzazione della Corea del Nord. Dopo lo storico incontro tra il tycoon e Kim Jong-un, i tentativi di dialogo bilaterale avevano subito una battuta d’arresto il 21 gennaio 2020, quando il consigliere della missione nordcoreana presso le Nazioni Unite, Ju Yong Chol, aveva dichiarato che nei due anni precedenti il proprio Paese aveva interrotto test nucleari e lanci di missili ma che gli Usa avevano comunque tenuto esercitazioni militari con la Corea del Sud. Da allora Pyongyang ha sciolto ogni accordo. Lo scorso 21 marzo si erano tenuti alcuni test missilistici, i primi dall’aprile 2020. Non si trattava però di missili balistici ma da crociera, per questo i test sono stati derubricati dagli States come “operazioni oprdinarie”. Un giorno dopo, Kim assicurava al presidente cinese, Xi Jinping, che la Corea del Nord avrebbe rafforzato le relazioni con Pechino in nome della “causa socialista”.

 

 

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