Sognando la Califogna

Redazione
15/07/2021

Un guasto all'impianto per il trattamento delle acque reflue ha costretto a sversare nella baia di Santa Monica circa 65 milioni di litri di liquami. L'incidente ha costretto le autorità locali a chiudere le spiagge, ma è polemica per l'allarme lanciato in ritardo.

Sognando la Califogna

Spiagge chiuse e divieto di balneazione per almeno quattro giorni. Sono questi i provvedimenti presi dalle autorità californiane, in seguito allo sversamento nella baia di Santa Monica di circa 17 milioni di galloni (65 milioni di litri) di liquami e materiali di scarto. L’episodio è avvenuto tra domenica 11 e lunedì 12 luglio, causato da guasto meccanico all’Hyperion Water Reclamation Plant, un impianto per il trattamento delle acque reflue collocato nell’area della Playa del Rey, vicino a Los Angeles. A causare il danno, l’infiltrazione di rifiuti edili nelle fognature del sistema che, intasando le tubature, ha provocato l’allagamento della struttura e bloccato il funzionamento.

«Per evitare la catastrofe e salvare il salvabile, ci siamo visti costretti a depositare in mare una parte di quel pattume», ha spiegato al Guardian Elena Stern, capo dell’ufficio stampa del Dipartimento Lavori Pubblici della città. L’operazione, iniziata attorno alle 19.30, è stata notificata dal team dell’Hyperion un’ora dopo. Un errore che ha reso molto meno tempestivo l’arrivo dei responsabili del Dipartimento di Salute Pubblica. Questi giunti sul posto alle 21, sono riusciti a diffondere un comunicato su Twitter soltanto il giorno dopo, a cose fatte, avvisando i residenti dell’inagibilità delle spiagge di El Segundo e Dockweiler.

Un’ora di ritardo nella comunicazione dell’incidente

Il ritardo tra le operazioni di scarico e la comunicazione della notizia ha fatto scalpore, generando parecchie polemiche. Soprattutto sui social. «Quel che è successo ieri è gravissimo, inaccettabile e pericoloso», ha twittato Janice Hahn, uno dei supervisori della contea di Los Angeles. «Non solo hanno riempito il mare di spazzatura ma hanno lasciato i cittadini all’oscuro di tutto per ore, esponendoli a un rischio non indifferente». Una lamentela condivisa da molti utenti. «Ci hanno messo troppo tempo», ha sottolineato Shelley Luce, direttrice di Heal the Bay, non profit che si occupa di arginare l’inquinamento delle acque e monitorarne la qualità, «Esiste un protocollo preciso che impone la chiusura dei lidi e delle coste ogniqualvolta si verificano situazioni del genere. Bisognava agire molto più velocemente, senza impiegare tutto quel tempo, per dare modo alla gente di prendere le dovute precauzioni».

Ecco quando riapriranno le spiagge californiane

I test e gli esami eseguiti sui campioni di acqua ne hanno garantito la sicurezza, escludendo la presenza di batteri e tracce di contaminazione a lungo termine. Prospettiva che ha spinto l’amministrazione a pensare di poter sospendere il veto e ritornare alla normalità nella giornata di giovedì 15 luglio. Ma solo dopo aver passato in rassegna le ultime analisi. «Se i risultati sono conformi agli standard, si può procedere tranquillamente con la riapertura delle spiagge entro fine serata».