Per la destra è tutto chiaro: Sanremo è diventata la sede del governo di sinistra in esilio, e la Riviera dei fiori la selva Lacandona dove, sotto l’egida del subcomandante Amadeus si riuniscono i nemici della presidentissima Meloni, sotto gli occhi di un CdA Rai più impotente del sergente Garcia di Zorro. Il sovversivo conduttore non solo ha accolto all’Ariston un pericoloso capopopolo di nome Sergio Mattarella, che dopo il Festival non è tornato a Roma ma è riparato in Corsica a bordo di un motoscafo, come Turati nel 1926, ma ha permesso a Benigni di esaltare un farneticante libello che inneggia all’uguaglianza e alla libertà di pensiero, la Costituzione italiana e a Chiara Kuliscioff Ferragni di esortare le donne al coraggio.
Fedez stasera ha detto 'Mo ce ripigliamm' tutt' chell che è 'o nuost'
Ha anche detto “ho proprio voglia di una bella denuncia!”#Sanremo2023 #sanremo pic.twitter.com/ZTk4JPk235— •𝑨𝒏𝒊𝒕𝒂 🦋 (@Mynameis__anita) February 8, 2023
Amadeus non si è smentito neppure nella seconda serata, consentendo a uno sfacciato arruffapopoli ossigenato di nome Fedez di strappare in pubblico una foto di un viceministro in divisa nazista. Se a essere vestito da nazista fosse stato Fedez e il viceministro fosse appartenuto al governo precedente, il gesto sarebbe stato perfettamente in linea con il nuovo esecutivo. Purtroppo quello in camicia bruna era il viceministro, l’italofraterno Bignami, che Fedez ha contrapposto all’equivoco seminatore di lussuria fluida Rosa Chemical. E così ancora una volta Sanremo si è trasformata nell’ennesimo attacco all’ordine costituito.

Angelo duro imposto a Sanremo dal ministero della Famiglia
Tardiva e insufficiente la pezza rappresentata dall’intervento a notte fonda di Angelo Duro, chiaramente imposto a Sanremo dal ministero della Famiglia. Il suo franco e vigoroso discorso a favore della regolare frequentazione di prostitute come garanzia della stabilità del matrimonio e della serenità della prole, teoria che risale ai padri della Chiesa, raccoglie ampi consensi nel centrodestra e perfino nelle gerarchie cattoliche e avrebbe riaffermato i valori patriarcali ripetutamente offesi nel corso della kermesse, se Amadeus non l’avesse neutralizzato con un diabolico espediente: ha presentato Duro come «comico trasgressivo» anziché come attivista pro-famiglia, disorientando il pubblico. E irritando le sex-worker: «Altro che comico, Duro ha ribadito quel che noi affermiamo da tempo», si legge in una nota congiunta delle associazioni di categoria. «Auspichiamo che la ministra Eugenia Roccella, così preoccupata per la crisi della famiglia tradizionale, istituisca un apposito bonus-escort per diffondere un largo e capillare ricorso alla più antica ed efficace garanzia della solidità del matrimoni».

Quei tre ultimi esemplari viventi di homo canorus italicus
Nella serata c’è stato posto anche per la scienza, con l’esibizione di Al Bano, Gianni Morandi e Massimo Ranieri, tuttora un enigma per la paleoantropologia: sono gli ultimi esemplari viventi dell’homo canorus italicus, un ominide praticamente estinto nella seconda metà del secolo scorso, caratterizzato dalla bassa statura e dalla straordinaria potenza vocale. Gli scienziati stanno studiando se la sua causa della sua progressiva scomparsa sia da ricercare nell’improvviso aumento delle proteine nella dieta o nell’introduzione dell’autotune. I tre cantanti, le cui età sommate sfiorano il quarto di millennio e che messi uno sopra l’altro arrivano a una spalla di Ema Stokholma, hanno seppellito tutti i concorrenti in gara per bravura e padronanza della voce. E per la serata finale si parla già di una super-session con un trio di coetanei altrettanto arzilli: Cheope, Chefren e Micerino.

Il Viagra dello share è il boicottaggio aperto di Salvini
Ma se gli ascolti del Festival continuano a registrare numeri da record il merito non è dei super ospiti né delle canzoni in gara. Il Viagra dello share è l’aperto boicottaggio della rassegna canora da parte di Matteo Salvini. Amadeus vive nell’angoscia che il leader del Carroccio cambi idea e decida di sintonizzarsi su Rai1 fra le 20.45 e l’una di notte, e anche per questo si assicura che sul palco ci sia sempre qualcuno che possa fargli girare i coglioni, in genere la co-conduttrice. Dopo la Ferragni femminista e la Fagnani anti-carcere, sarà il turno di Paola Egonu, che per dare sui nervi a Salvini non ha nemmeno bisogno di parlare. «Speriamo che non faccia tirate sugli italiani razzisti», ha detto Salvini, annunciando che preferisce guardare un bel film. Fra le opzioni, Via col vento e Süss l’ebreo.