A una settimana dall’inizio di Sanremo 2023, tiene banco il caso Zelensky. Il presidente ucraino potrebbe essere l’ospite internazionale della finalissima dell’11 febbraio, ma la scelta della Rai di mandare in onda un suo videomessaggio è stata aspramente criticata. Da più ambienti, in tanti si sono opposti alla presenza del leader di Kyiv: dagli intellettuali alla politica, passando per i pacifisti che hanno organizzato una manifestazione in contemporanea e all’Associazione utenti, che ha presentato una diffida ufficiale. Adesso in merito è intervenuto il direttore artistico e conduttore Amadeus, gettando acqua sul fuoco.

Amadeus: «Zelensky? Deve essere un messaggio di pace»
Il conduttore ha rilasciato al settimanale Chi la sua versione dei fatti. L’intervista sarà pubblicata nel nuovo numero, in edicola da mercoledì 1 febbraio, ma le prime anticipazioni sono state già rilasciate. Amadeus dichiara, parlando di Zelensky: «Siamo in contatto, ha chiesto di essere presente con un messaggio registrato. Deve essere un messaggio di pace, andrà in onda nella serata del sabato dopo le 28 esibizioni dei cantanti in gara. Comprendo e non mi meraviglio che il suo intervento possa dividere, ma tutte le guerre sono orribili e abbiamo il dovere di non dimenticarlo».

Il video sarà visionato prima della messa in onda
Proprio nelle score ore, dalla Rai è filtrata una nuova strategia per la finale. Sembra che il video di Zelensky sarà visionato prima di essere mandato in onda. Se dovessero esserci problemi, la scelta spetterà all’amministratore delegato Carlo Fuortes. Sarò opera dei dirigenti valutare, quindi, il messaggio, sebbene non sia stato spiegato cosa accadrebbe nel caso in cui questo non dovesse piacere. Fuortes ha anche spiegato che non era obbligatorio un passaggio in Cda, perché la scaletta e gli ospiti di Sanremo sono pienamente gestiti dal direttore artistico del Festival e dal direttore dell’intrattenimento prime time, cioè Amadeus e Stefano Coletta.