Amadeus ha scelto Paola Egonu come co-conduttrice della terza serata del Festival di Sanremo. La pallavolista italiana ha parlato anche in conferenza stampa pre-festival di razzismo e delle sue esperienze, definendo l’Italia «un Paese razzista». Nel presentarla il conduttore le dice di essere «libera come sei sempre stata tu». Lei ringrazia e dice: «Spero di trasmettervi empatia, non sono qui a fare lezioni di vita».
Egonu: «Bisogna risalire all’origine»
La pallavolista, co-conduttrice della terza serata, introduce il suo monologo: «Cerco di ricavare ogni giorno un insegnamento. Spesso in passato sono stata definita ermetica e così ho provato a raccontarmi un po’ di più per ridurre al minimo lo spazio all’interpretazione. Ma alcune frasi sono state prese, tagliate e incollate per essere usate come titoli per far rumore. Ho imparato che ogni pensiero condiviso con qualcuno non è più sotto il controllo di chi lo pronuncia. Questo mi ha insegnato che bisogna risalire all’originale».
Egonu ringrazia mamma e papà
Poi si racconta: «Sono la prima di tre fratelli e devo tutto a mamma e papà. Mi hanno fatto vivere un’infanzia felice e mi hanno insegnato che se vuoi qualcosa devi guadagnartelo senza temere i sacrifici. Mi hanno aiutata a trovare il mio percorso anche se per loro ha significato vedermi andare via a 13 anni. Sono certa che nessun genitore sia felice che la propria figlia cresca lontano dal suo amore e dal suo sguardo. Grazie mamma e papà, che per amore verso di me avete rinunciato a me. Le vostre carezze mi sono mancate e continueranno a mancarmi ma sapevo, sapevamo e so che questa è la mia strada».

«Diversa? Questa è la mia unicità»
«Da bambina ero fissata con i perché», continua, «perché sono alta, perché nonno vive in Nigeria, perché mi chiedono se sono italiana. E poi da grande: perché mi sento diversa?». Egonu si risponde: «Solo col tempo ho capito che questa è la mia unicità. Perché io sono io? La risposta è che io sono io. Ma sono quella che alla domanda sul razzismo risponde: prendete i bicchieri colorati e riempiteli, le persone prenderanno sempre quello trasparente perché è il colore più limpido. Ma se prenderete un altro bicchiere colorato scoprirete che il contenuto è sempre buono e limpido. Va oltre le apparenze».
Le sconfitte e la maglia azzurra: «Per me la più bella del mondo»
Egonu parla di sconfitte: «Anche se vinciamo, quando commetto errori, succede che io la viva come una sconfitta. Sto ancora imparando ad accettare gli errori perché quella palla che scotta e fa paura è il motivo per cui io sono lì. Sono quella che viene anche criticata, non sono mai mancate le critiche e non mancheranno mai. Alcune sono costruttive, la maggior parte gratuite e altre veri macigni. Ma sta a noi dar loro il giusto peso. Come tutti ho affrontato momenti brutti ma non ho smesso di godere di quelli belli. E poi sono stata raccontata di vittimismo e di non avere rispetto per il mio Paese e solo perché ho raccontato le esperienze brutte che mi sono successe. Amo l’Italia e vesto con orgoglio la maglia azzurra che per me è la più bella del mondo. Ho un profondo senso di responsabilità verso il mio Paese. Ho sbagliato spesso gli appuntamenti importanti, sono più le finali che ho perso di quelle che ho vinto, ma questo non fa di me una perdente. Così come non è perdente chi a scuola prende il voto più basso o chi non riesce a realizzare il proprio sogno al primo colpo».

La citazione di Vasco
Infine parla di Vasco: «Non è un perdente neanche chi arriva ultimo qui». E cita proprio il caso di Vita Spericolata, che ha dato il via alla incredibile carriera del rocker italiano, per chiudere un monologo che non parla solo di razzismo e sport, ma soprattutto di se stessa e della sua esperienza quotidiana, tra sogni, vittorie, sconfitte, gioia e amarezza.