Standing ovation del Teatro Ariston per Gino Paoli, uno degli ospiti d’onore della finalissima del Festival di Sanremo 2023. “Una gabbia di matti questa qua”, dichiara l’artista parlando con Morandi e Amadeus, dopo aver cantato Una lunga storia d’amore e Sapore di sale. Qualche battuta vicino al pianoforte, prima che Amadeus faccia la sua richiesta: Il cielo in una stanza. «Un brano che ci fa emozionare ogni volta», dichiara Morandi, emozionato per uno dei suoi maestri, come ammettono entrambi sul palco.

I racconti di Gino Paoli: l’esibizione slitta
Le luci si abbassano e la canzone sta per partire. Ma Gino Paoli non inizia e invece comincia a parlare per raccontare del primo incontro con Morandi: “Aveva 14 anni e io ero molto più vecchio di lui. Te lo ricordi, Gianni? Venivi dietro a me perché dicevi di voler imparare. Ma che cazzo dovevi imparare da me?”. L’esibizione slitta e Gino Paoli prosegue a raccontare, parla di un tradimento subito, scherza con Morandi, cita Little Tony. Poi la canzone e la nuova standing ovation, con l’Ariston a cantare con lui. «La storia della musica», dice poi Amadeus, salutando l’ospite.
I Festival di Gino Paoli
Nella lunga carriera di Gino Paoli c’è stato molto spazio anche per il Festival. La prima volta sul palco dell’Ariston è stata nel 1961, quando ha partecipato con Tony Dallara, cantando il brano Un uomo vivo. Tre anni più tardi, nel 1964, è tornato, stavolta con Antonio Prieto e la canzone Ieri ho incontrato mia madre. Con questo pezzo ha raggiunto la serata finale, ma senza vincere. Poi il terzo tentativo nel 1966, con La carta vincente. A Sanremo tornerà soltanto 23 anni dopo, nel 1989, con il brano Questa volta no, pensato per Ornella Vanoni e con cui debuttarono le esibizioni dal vivo al Festival. Nel 2002, invece, ha presentato la canzone Un altro amore, con cui ha chiuso al terzo posto e ha vinto il premio della critica. L’ultima ospitata, invece, nel 2018, insieme a Danilo Rea.
