Nella seconda serata del Festival di Sanremo 2023 la co-conduttrice è stata Francesca Fagnani. La giornalista, conduttrice di programmi di successo come Belve e Seconda Linea, ha portato sul palco dell’Ariston non un monologo ma una riflessione scaturita dai dialoghi e dalle interviste ai giovani del carcere minorile di Nisida, nel napoletano. Non la lettera di Chiara Ferragni, quindi, né il monologo di Pegah Moshir Pour sull’Iran che circa un’ora prima ha tenuto l’Ariston col fiato sospeso. Ma un vero e proprio quadro di ciò che pensano e provano i giovani, con le loro risposte, i loro sogni e le loro paure.

Fagnani: «Alla domanda “Perché l’hai fatto?” non hanno risposta»
«Non tutte le parole sono uguali. Alcune devono abbattere i muri per essere sul palco di Sanremo. Parole che provengono dal carcere minorile di Nisida. Della pena loro non se ne fanno niente», esordisce. La giornalista cita le parole dei giovani con cui ha parlato, tra chi ha paura, chi dice che «rubare non è il mio mestiere» e chi invece sottolinea che «non siamo bestie». «Hanno picchiato, rapinato, ucciso. Ma alla domanda perché l’hai fatto non trovano una risposta. La cercano, la abbozzano, ma è inutile cercarla così. Bisogna andare al giorno prima, alla settimana prima, al mese prima, alla vita prima. Hanno 18 anni e lo sguardo perso o sfidante. Hanno occhi che chiedono aiuto, senza sapere a chi chiedere aiuto. Hanno abbandonato la scuola ma nessuno li ha mai cercati. Quando ho intervistato gli adulti, quelli finiti in carcere per reati gravissimi ho chiesto loro “cosa cambieresti della tua vita?”. Quasi tutti mi hanno dato la stessa risposta: “Sarei andato a scuola”. Perché solo lì puoi trovare una risposta alternativa a quella che per te hanno già scritto altri»
«Lo Stato dovrebbe essere più attraente dell’illegalità»
Poi l’appello allo Stato che «dovrebbe essere più attraente, più sexy dell’illegalità», ma anche «combattere la dispersione scolastica». E i sogni? La giornalista si è confrontata anche su quelli, spiegando che per questi ragazzi c’è ancora speranza, purché non tornino in prigione, in «quella vera, quella dei grandi». Fagnani traccia un quadro disarmante delle condizioni delle carceri italiane, lo stesso che ha fatto ai ragazzi. Fino alla conclusione: «Conviene a tutti che una volta fuori, quello spacciatore cambi mestiere». La giornalista viene applaudita e poi ringrazia Amadeus «per aver dato l’opportunità» di portare le parole dei ragazzi sul palco dell’Ariston. «Ce la possono fare», racconta Fagnani, «loro e tutti i ragazzi in Italia».
