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Sanremo 2022

Buona la terza

Per fortuna ci sono stati Drusilla e Cesare Cremonini. Perché 25 canzoni di fila più Saviano che ci spiega la vita, più Amadeus che fa Amadeus, più le promozioni Rai avrebbero ucciso anche un supereroe Marvel. La recensione della terza serata di Sanremo.

4 Febbraio 2022 09:034 Febbraio 2022 18:09 Michele Monina
i voti della terza serata di Sanremo 2022

«Un percento è amore, tutto il resto è stringere i denti». Partiamo da qui, da quelli che sono indubbiamente i versi più poetici e al tempo stesso più concreti di questa 72esima edizione del Festival della Canzone italiana di Sanremo, presi di forza da quel gioiello che risponde al titolo di Tuo padre, mia madre e Lucia, di Giovanni Truppi. Versi che racchiudono la fatica, fisica, mentale e emotiva di tenere in piedi un rapporto amoroso, la parola amore viene sanremesamente ripetuta più e più volte in questo che è, a tutti gli effetti, un riuscito incontra tra la musica d’autore, quella altissima dei grandi della nostra canzone, e quell’orecchiabilità dei ritornelli che fa tanto kermesse della città dei fiori. Versi che sono un’ottima sintesi di quello cui milioni e milioni di spettatori si stanno sottoponendo una sera dopo l’altra, sul divano di casa, di fronte alla televisione sintonizzata su Rai1.

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la recensione della terza serata di Sanremo 2022
Il monologo di Drusilla Foer (Getty Images).

Chiusura della terza serata alle 2: una maratona a cui non eravamo più abituati

Perché se nelle prime due giornate, incoronate dallo share, abbiamo tutti esultato di stupore per una snellezza assolutamente inedita nelle edizioni amadeusiane, la seconda serata è finita addirittura prima di mezzanotte e mezza, la terza serata ha presentato il suo conto salato proponendo una scaletta da corazzata Potemkin, le 25 canzoni in gara eseguite nella loro completezza, più gli ospiti, le gag, le promozioni Rai, chi più ne ha più ne metta. Chiusura programma alle 2 che si affacciavano timidamente sulle nostre vite devastate, noi ostaggi di un serial killer dal naso pronunciato. Qualcosa cui ci eravamo velocemente disabituati, andare a dormire tardi, come un carcerato che di colpo torna all’aria aperta, e che quindi ci ha preso di sprovvista, lasciandoci feriti a morte.

la recensione della terza serata di Sanremo 2022
L’esibizione di Cesare Cremonini all’Ariston (Getty Images).

Amadeus prova a indorarci la pillola con Cesare Cremoni e Drusilla Foer

Perché se è poi vero che a volte un secondo ascolto ci fa ricredere su giudizi tranchant che abbiamo dato un po’ sommariamente alle canzoni sanremesi, mai come questo anno ciò che ci era parso brutto al primo ascolto è stato in grado, se possibile, di amplificarne la portata, noi come il comandante Kurt nella penombra della notte tarda a dire tra noi: «L’orrore, l’orrore». A poco sono valsi gli sforzi di Amadeus di indorarci la pillola amara, il passaggio decisamente riuscito di Cesare Cremonini, e la verve e bravura di Drusilla Foer, su cui un giorno andrebbe aperto un dibattito serio, perché mi sfugge in cosa chi rivendica il ruolo di alter ego femminile di un maschio – lei si è definita “un uomo en travesti”, subito prima di cristare per aver strappato male i baffi da Zorro che si era messi, poco importa se etero o gay – stia facendo a favore dei diritti della comunità LGBTQ+ più di quanto non facesse a suo tempo la signora Coriandoli di ferrettiana memoria.

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Sarò io che sono anziano ma mi sembra ne sia solo una versione più elegante e meglio vestita, e a dirla tutta dimostra che per vedere una donna in grado di tenere il palco tocca chiamare un uomo, diavolo di un patriarca Amadeus. Davvero brava a tenere la scena, fortunatamente per noi, perché 25 canzoni di fila più Saviano che ci spiega la vita, più Amadeus che fa Amadeus ucciderebbero anche un supereroe Marvel (esempio sbagliato, ultimamente muoiono come mosche), inutile pensare di sopravvivere.

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Amadeus non ha ancora capito la crisi di discoteche e locali

Certo, c’è il sollievo di sapere che si è superata la metà, che la quarta serata sarà infarcita di duetti e di cover, quindi quantomeno sarà diversa dalle altre e che la finale, bè, la finale è la finale, si potrà pur pensare di guardarla in compagnia, lasciandosi andare a tifo da stadio. O magari andare a dormire scoprendo la mattina chi ha vinto alla fine. Due notazioni di colore, una che fa ridere e una piangere. Amadeus ha evidentemente poco capito la faccenda del dare i fiori anche agli uomini, perché quando si ricorda di darli ai cantanti maschi si affretta a dire che sono per la loro fidanzata. Sempre Amadeus sembra aver capito anche meno in che condizioni versa la filiera dello spettacolo e dell’intrattenimento, o gliene frega davvero poco, infatti anche ieri sera, come coi Meduza, durante il finale dello show di Cremonini ha invitato il pubblico a alzarsi e ballare, le discoteche e i locali dove si fa musica chiusi da agosto 2020.

la recensione della terza serata di Sanremo 2022
La Rappresentante di Lista (Getty Images).

Facciamo nostro l’augurio de La Rappresentante di Lista: «Bonne Nuit. È la fine del mondo, ciao ciao»

Ci penso e penso che mancano ancora altre due serate sfinenti e mai come adesso mi viene da augurarvi altri versi di un brano che di questa edizione mi sta particolarmente a cuore, quello de La Rappresentante di Lista, penalizzata dal voto da casa, come del resto lo stesso Truppi. Canzone destinata a fare comunque sfaceli a Sanremo, mi auguro, gli auguro e vi auguro, come nel post-Festival, i cui versi che spero si avverino di qui a breve, diciamo nelle prossime ore, senza lasciarci alcuno scampo recitano: «Bonne Nuit. È la fine del mondo, ciao ciao».

 

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Tag:Sanremo 2022
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