Sta per cominciare la 72esima edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo, la terza di fila diretta e condotta da Amadeus. Piccola nota di servizio: fate attenzione, questo articolo contiene spoiler. No, non stiamo per dirvi chi vincerà il Festival, stando ai bookmaker è certo che la vittoria se la contenderanno Elisa e il duo Blanco-Mahmood, noi tifiamo per Giovanni Truppi e La Rappresentante di Lista, lo spoiler è cinematografico, siete avvisati. Partiamo.
A bordo con Orietta Berti e Fabio Rovazzi
Immaginatevi che il mondo stia per finire, a voi la non troppo difficile scelta su cosa porti l’umanità verso l’estinzione, e immaginatevi che qualcuno, particolarmente dotato di finanze e anche di poca propensione alla solidarietà decida di ideare una sorta di metaforica scialuppa di salvataggio, a pensarla in grande di vera e propria Arca di Noè in grado di sopravvivere all’Apocalisse. Un’isola felice nella quale continuare la vita per come la si conosceva, e pazienza se per dirla con la locura di Boris, fuori c’è la morte. Non sto parlando della scena finale di Don’t Look Up, attenzione, film distopico che affonda la trama nell’attualità. Non è la faccia affilata di Meryl Streep, spoiler, al suo primo nudo integrale pronta a farsi divorare da un brontorac che ho in mente, sto parlando di Sanremo e della faccia paciosa e rubiconda dell’onnipresente Orietta Berti, la vera vincitrice di Sanremo 2021, abbondantemente vestita e in compagnia di Fabio Rovazzi, lì sulla nave Costa Toscana, déjà-vu del Sanremo che un tempo imperversava fuori dall’Ariston, dove andava in scena il vero Festival, fatto di feste, cene, concertini, luci sfavillanti, nani e ballerine. Oggi è sulla Costa Toscana che si è spostata la varia umanità festivaliera, umanità che sa che per sopravvivere deve attraccare a qualche miglio nautico dalle vie del centro.

Cosa rimane della ‘Settimana Santa’ della città di Sanremo
Perché in barba a quello che Amadeus e la Rai stanno provando a raccontarci con tono convincente vagamente alienato, sarà pure vero che Sanremo è Sanremo, ma mai come quest’anno, al secondo giro pandemico, il Festival è solo e esclusivamente quello che si manifesta dentro, sulle assi del Teatro Ariston, e quindi dentro le nostre televisioni, dalle 20.30 fino a ora da destinarsi. Niente che riguardi il resto della città dei fiori, titolare del marchio, e anche delle migliaia di persone che negli anni erano solite arrivare in riviera per farsi fare un autografo dai cantanti in gara, magari aspettandoli fuori dagli alberghi o dai ristoranti di grido, farsi un selfie per il corso coi sosia di Liz Taylor e di Pavarotti, aspettare gli inviati del Tg sul Red Carpet – ora c’è un prato verde offerto dal main sponsor – e assistere a uno dei tantissimi eventi collaterali che caratterizzava questa che non a caso viene indicata in loco come la Settimana Santa.

Il tampone è il nuovo canone della movida sanremese
Niente di tutto questo, nell’anno del Signore 2022, alla faccia della ripartenza. Sanremo è blindata, e la paura dei contagi spinge gli artisti e i loro staff, ridotti all’osso, a vita monacale, chiusi dentro le stanze degli alberghi. È da lì che andranno in scena tutte le interviste radio e tivù, la sala stampa poco frequentata, piena di pannelli in plexiglass e con tante facce che un tempo non avrebbero neanche fatto entrare. Interviste chiaramente tutte uguali, stesso fondale, ciabatte al posto di scarpe col tacco dodici, per le signore, stesse risposte alle stesse domande, l’isolamento veicola spesso comportamenti ripetitivi, e l’esperienza di Irama l’anno scorso è di lezione per tutti. Il sottoporsi costantemente a tamponi è il nuovo canone della movida sanremese, niente notti al Morgana o after al Santa Tecla.

La nave di Orietta Berti e Rovazzi stride con la rabbia di albergatori ed esercenti
Ma siccome la narrazione, brutta parola che ha sostituito l’ancora più brutta storytelling, vuole che Sanremo sia svago e spensieratezza, ecco che l’idea agghiacciante della nave festante e lontana dai pericoli, paventata e poi abortita l’anno scorso, quest’anno si è fatta realtà. Orietta Berti e Fabio Rovazzi, laddove nell’immaginario sarebbero i capitani coraggiosi, si scontrano con la rabbia degli albergatori ed esercenti sanremesi troppo forte per non essere percepita a così poche centinaia di metri dalla costa. La festa abbia inizio, lo spettacolo deve andare avanti, fate solo attenzione ai brontorac.