Ospite della prima serata, Matteo Berrettini è in questo momento il numero uno del tennis italiano. Il sesto del mondo, fresco di semifinale agli Australian open. Ma al festival di Sanremo gli atleti non sono certo una novità. Basti pensare a Zlatan Ibrahimovic, protagonista della scorsa edizione o al messaggio rivolto da Roberto Baggio ai giovani nel 2013. E ancora Mario Cipollini e Vincenzo Nibali, di certo, più a loro agio in bici che sul palco. C’è un evento, tuttavia, che più di ogni altro ha solidificato il legame tra lo sport e il teatro Ariston. Risale al 1988 e protagonista fu uno sciatore allora 22 enne e di enorme talento. Proprio come all’epoca – incominceranno venerdì – le olimpiadi invernali si sovrapponevano alla kermesse musicale, mentre Alberto Tomba teneva col fiato sospeso l’Italia. Alla conduzione dello show, giunto alla serata finale, invece c’erano Miguel Bosè e Milly Carlucci. In gara, tra gli altri, Massimo Ranieri, Toto Cutugno, Alan Sorrenti, I Matia Bazar, Luca Barbarossa e Franco Califfano. A Calgary, in Canada, il 25 febbraio Tomba aveva vinto già vinto lo slalom gigante, conquistando la prima medaglia d’oro di una carriera folgorante. Per questo due giorni dopo, in occasione della prova di speciale, le attenzioni erano rivolte tutte su di lui.
L’impresa di Tomba all’Olimpiade di Calgary 1988
Terzo al termine della prima manche, forte di uno stile spavaldo e di un talento cristallino, Tomba, pur giovanissimo, aveva già conquistato l’Italia. Per ammirare lo sciatore bolognese, un po’ come anni dopo sarebbe accaduto a Pantani, il Paese intero si fermava. E neppure Sanremo fece eccezione. La competizione canora venne interrotta per seguire col fiato sospeso il tentativo di rimonta de La Bomba, soprannome in rima cucito su misura per il campione. La decisione azzardata dei vertici Rai fu ricompensata con l’ennesima impresa: sulla neve di Calgary, Tomba fu perfetto e tagliò il traguardo con sei centesimi di vantaggio sul secondo, il campione del mondo 1987 Frank-Christian Worndl. Uno scarto minimo, ma sufficiente a regalargli la seconda medaglia d’oro e l’ovazione dell’Ariston, quando le telecamere tornarono in studio. Nel giro di qualche ora, Sanremo avrebbe incoronato Massimo Ranieri, scrivendo la parola fine su una giornata destinata a restare impressa nella memoria.