Sanna Marin sulla Meloni: «Italiani hanno il diritto di votare chi vogliono»

Debora Faravelli
13/09/2022

La leader socialdemocratica finlandese ha sottolineato l'importanza che, chiunque salga al potere in Italia, continui a lavorare a fianco dell'Europa. 

Sanna Marin sulla Meloni: «Italiani hanno il diritto di votare chi vogliono»

Dopo essere intervenuta al Parlamento europeo a Strasburgo su bilancio europeo, Patto di Stabilità e guerra in Ucraina, la premier finlandese Sanna Marin si è espressa sulle imminenti elezioni politiche italiane e in particolare su Giorgia Meloni, segretaria di quello che secondo tutti i sondaggi sarà il partito più votato.

Sanna Marin (Getty Images)

Sanna Marin su Giorgia Meloni

Partecipando ad una conferenza stampa congiunta con la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, la donna è infatti stata sollecitata ad esprimersi sulla politica italiana. «Non voglio commentare», ha dichiarato in relazione al possibile esito della tornata elettorale, perché «gli italiani hanno il diritto di votare chiunque vogliano». La cosa importante, ha sottolineato, è che in Europa si sia tutti uniti davanti alla minaccia della Russia che «usa l’energia come un’arma contro l’Unione Europea». A chi le ha chiesto che consigli darebbe ad una donna in politica, ha così risposto: «Cosa direi ad una donna? Sei forte, sei capace, puoi cambiare il mondo. Vai!».

Sanna Marin (Getty Images)

No ad un nuovo Recovery Fund

Per quanto riguarda il suo intervento in Parlamento, la leader socialdemocratica finlandese ha chiuso la porta ad un Recovery fund 2.0 per far fronte ai contraccolpi dell’inflazione e del caro energia, così come ad un allentamento delle regole del Patto di Stabilità: «Lo sviluppo della capacità operativa dell’UE non avviene aumentando il budget o allentando le regole comuni dell’azione economica. Lo strumento di Recovery era una soluzione una tantum necessaria e concordata di comune accordo, non un modello per le crisi future».

La responsabilità della politica economica, ha continuato, deve continuare ad appartenere agli stessi Stati membri, conformemente ai trattati, con la consapevolezza che quando uno di essi sprofonda nella recessione gli effetti si fanno sentire in tutta l’Unione. Per questo è necessario sviluppare ulteriormente regole comuni, frenare il sovraindebitamento dei Paesi membri e il relativo rischio.