Gli elettori di San Marino hanno votato a larghissima maggioranza la possibilità di abortire legalmente (leggi qui) entro la dodicesima settimana di gravidanza L’interruzione volontaria di gravidanza, infatti, era illegale. La maggioranza dei votanti, dunque, ha scelto di renderlo possibile: il 77,3 per cento hanno votato a favore, a fronte di una bassa affluenza: il 41 per cento degli aventi diritto.
Il quesito referendario
Il quesito del referendum domandava: “Volete che sia consentito alla donna di interrompere volontariamente la gravidanza entro la dodicesima settimana di gestazione, e anche successivamente se vi sia pericolo per la vita della donna o se vi siano anomalie e malformazioni del feto che comportino grave rischio per la salute fisica o psicologica della donna?”.
I Paesi europei in cui abortire è illegale
San Marino era uno degli ultimi Paesi in Europa in cui l’aborto era ancora illegale anche in caso di stupro, gravi malformazioni del nascituro e pericolo di vita per la madre. Inoltre fino ad oggi è stato un reato punibile con il carcere per un periodo compreso tra i sei mesi e un annosia per la donna che interrompe la gravidanza sia per il medico che pratica l’intervento. Gli altri Paesi in cui è vietato o sottoposto a significative limitazioni sono Città del Vaticano, Malta, Andorra, Liechtenstein e Polonia.
Abortire solo all’estero
Le sammarinesi che vogliano abortire sono costrette ad andare all’estero, spesso negli ospedali dell’Emilia Romagna, sostenendo una spesa di circa 1500 euro. L’Unione delle donne sammarinesi ha spiegato di aver scelto la strada del referendum dopo diciotto anni di tentativi falliti. Il primo era stato nel 2003. In ognuna di quelle occasioni, erano state attivate campagne antiabortiste dalle associazioni cattoliche.