San Francisco nella morsa della tossicodipendenza. Soltanto nei primi tre mesi del 2023, la città californiana ha registrato 200 decessi per overdose, il 41 per cento in più rispetto all’anno precedente. Uno ogni 10 ore, soprattutto a causa del fentanyl, oppiaceo derivato dalla morfina. Fra i più colpiti i senzatetto e gli afroamericani, nonostante siano una piccola minoranza della popolazione. Il picco si è registrato a gennaio, un mese dopo la chiusura da parte delle autorità di un importante centro di assistenza e recupero. Secondo alcuni esperti l’aumento delle morti per overdose sarebbe dovuto anche ai continui pattugliamenti della polizia. Per fuggire agli agenti, infatti, sempre più persone si isolano e consumano droghe senza alcun controllo.

Perché è stato chiuso il centro di recupero
«È un vero peccato che San Francisco non riesca ad affrontare le morti per overdose», ha commentato al Guardian Daniel Ciccarone, docente di medicina all’università locale. «La città è divisa fra chi vuole pulizia delle strade a tutti i costi e chi propone un approccio più compassionevole». Proprio tale spaccatura ha portato, a cavallo tra fine 2022 e inizio 2023, alla chiusura del Tenderloin Center, struttura di assistenza per tossicodipendenti. Si trattava di un centro che offriva ricovero ai senzatetto, oltre a segnalazioni per alloggi, cibo e servizi sanitari. Inoltre consentiva di assumere droghe in quantità controllate in una specifica area sorvegliata. Secondo i dati, la struttura serviva quotidianamente circa 400 persone, ma è stata fortemente criticata da una fetta di abitanti che ritenevano il Tenderloin Center una calamita per tossicodipendenti in un quartiere già martoriato.
San Francisco's Tenderloin Center serves 400 people a day. It provides food, clothes, showers and bathrooms to unhoused people and those struggling with addiction — but it's slated to close next month.
Where will people go? https://t.co/VKF1A8CIFE
— San Francisco Chronicle (@sfchronicle) November 3, 2022
Alla chiusura del centro, decretata dalla sindaca di San Francisco London Breed in accordo con la procuratrice distrettuale Brooke Jenkins, ha fatto seguito un’intensificazione dei controlli per strada. Da allora la polizia pattuglia i quartieri più a rischio, portando sempre più spacciatori dietro le sbarre. La maggior sicurezza sulle strade ha però spinto i tossicodipendenti all’isolamento, e a usare le sostanze senza controllo morendo così sempre più spesso per overdose. «Paura e fretta di drogarsi aumentano i rischi», ha dichiarato Gary McCoy della ong HealthRight 360 che lavorava nel Tenderloin Center. «La lotta alle overdose sta avendo l’effetto opposto». Eppure le autorità non sembrano voler cambiare rotta. Il governatore della California Gavin Newsom ha infatti promesso ulteriori risorse per le forze dell’ordine. «Ci attendono grandi sfide», aveva annunciato Breed lo scorso marzo. «Non solo le overdosi da fentanyl, ma anche violenza armata e crimini contro il patrimonio».

In Australia un centro simile aveva sollevato le stesse polemiche
Si rende dunque necessario virare verso una nuova soluzione che possa portare a una reale riduzione dei casi di overdose. Ciccarone ha suggerito di guardare all’estero, nello specifico a Melbourne, dove dal 2018 è attivo un centro simile al Tenderloin. «Ha dimostrato di poter ridurre i decessi, frenare il consumo di droga in strada e aiutare i tossicodipendenti», ha sottolineato. «Basta aspettare». L’esperto è convinto che la gente abbia decretato troppo velocemente l’inutilità e la pericolosità del centro che non ha avuto margini per cambiare le cose. «Ci si aspettava tutto troppo presto», ha concluso Ciccarone. «I dati degli ultimi tre mesi dimostrano però che era utile». Eppure anche in Australia l’iniziativa sta incontrando alcuni problemi. Un articolo del Daily Mail del dicembre 2022 aveva riportato un’insoddisfazione della gente simile a quella di San Francisco. «Non funziona», si erano lamentati alcuni cittadini. «È un continuo fallimento».