Dal verbale di un interrogatorio allo zio di Saman Abbas, uccisa nel 2021, emerge che, secondo la versione dell’uomo, i familiari della ragazza volessero uccidere anche lui. «Siamo arrivati davanti a casa e ho visto Saman morta sdraiata con il collo strano, stretto. Ho cominciato a urlare forte, a maledire tutti, a piangere, ho perso i sensi. Io ero lì perché gli altri volevano uccidere me, hanno detto che la madre era la mandante», ha confessato il 32enne Danish Hasnain durante uno degli ultimi interrogatori.
Saman Abbas, l’interrogatorio dello zio
Danish aveva già parlato con gli investigatori, risultando decisivo per il ritrovamento del corpo della nipote nella campagna emiliana. È la prima volta però che ha partecipato ad un interrogatorio assistito dal suo legale Liborio Cataliotti e, per questo, questo verbale può essere utilizzato nel processo.

Nell’interrogatorio ha ribadito di non essere colpevole dell’uccisione della nipote, anzi, ha confessato che i familiari lo volevano morto: «Volevano uccidermi per il mio buon rapporto con Saman, io ero d’accordo sulla sua relazione con Saqib. Poi non so perché non mi hanno ucciso. A pensarci bene la buca era troppo grande per una sola persona e gli altri mi hanno incastrato perché sapevano che avrei parlato».

L’omicidio della giovane
La diciottenne Saman Abbas, di origini pakistane, era scomparsa l’1 maggio 2021 a Novellara. Nonostante all’inizio si ritenesse potesse trattarsi di un caso di allontanamento volontario, un mese dopo si capì che era stata uccisa. Il fidanzato ha testimoniato le violenze subite da Saman e anche le minacce ai suoi danni da parte del padre della ragazza. Dopo il ritrovamento del corpo, i genitori erano fuggiti verso il Pakistan, comportamento che aveva destato forti sospetti, essendo l’allontanamento avvenuto senza una motivazione. Il movente del crimine si è scoperto essere il rifiuto della ragazza di sposare il cugino in Pakistan nel 2020, quando aveva solo 17 anni. La giovane aveva denunciato i genitori per maltrattamenti e induzione al matrimonio, oltre che per il sequestro dei suoi documenti.