Saman Abbas, ottavo rinvio dell’udienza per il padre in Pakistan
In aula mancava il pubblico ministero e il processo è stato rinviato per l'ottava volta
Continua a essere rinviata l’udienza in tribunale per il padre di Saman Abbas. L’estradizione di Shabbar Abbas, padre della ragazza trovata morta a Novellara, dovrà ancora attendere. Il padre di Saman è tra i cinque imputati per il sequestro e l’omicidio della giovane.
L’ottavo rinvio dell’udienza per il padre di Saman Abbas
Si tratta dell’ottavo rinvio dell’udienza per Shabbar Abbas, padre di Saman Abbas. L’udienza è stata rimandata perché il pubblico ministero non era presente in aula. Non è la prima volta che accadono situazioni del genere, visto che la scorsa volta era l’avvocato difensore a non essere presente in aula. Nel frattempo, il legale difensore del padre di Saman Abbas ha depositato un’istanza di rilascio su cauzione per l’uomo di 46 anni. Quest’istanza verrà valutata durante la prossima udienza dal magistrato, solo dopo che quest’ultimo avrà ascoltato le deduzioni di un Ministero incaricato dalla procura.
Shabbar dopo mesi di ricerche e indagini è stato fermato e arrestato nel Punjab, in Pakistan ed è stato poi trasferito a Islamabad, capitale del paese. L’uomo è stato trasferito nella capitale per discutere della sua estradizione, in vista del processo di Reggio Emilia del 10 febbraio che dovrà affrontare come imputato.
Il caso della giovane ragazza
Secondo l’accusa, Saman Abbas sarebbe stata uccisa dai familiari perché aveva contrastato l’idea di un matrimonio combinato. Tra gli imputati, oltre al padre della ragazza, ci sarebbero Nazia Shaheen, madre della giovane e ancora latitante, lo zio Danish Hasnain e i cugini Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulha.
Proprio lo zio aveva deciso di collaborare con le autorità giudiziarie a rintracciare il corpo della giovane, aiutando le indagini e dando indicazioni sulla posizione del cadavere a Novellara. Inoltre, gli inquirenti non escludono che in questo crimine possano esserci anche altri colpevoli e per questa ragione le indagini non si fermano.