Il corpo di Saman Abbas sembra che «non sia stato fatto a pezzi» ed è vicino al suo recupero. A fornire le indicazioni per quest’operazione ci ha pensato lo zio della ragazza, fortemente implicato nella vicenda.

Il recupero del cadavere di Saman Abbas
Ieri mattina sono partite le operazioni di recupero dei resti ritrovati a Novellara che si ipotizza appartengano a Saman Abbas la 18enne uccisa dai familiari, ritrovati all’interno di un rudere in provincia di Reggio Emilia. Ad aiutare nelle operazioni di recupero ci hanno pensato l’anatomopatologa Cristina Cattaneo e l’archeologo forense Dominic Salsarola, i due periti nominati dalla Corte d’Assise. Il cadavere, disposto all’interno di un sacco nero, è stato gettato all’interno di una buca profonda circa due metri all’interno di una struttura abbandonata a poche centinaia di metri di distanza dall’abitazione della famiglia di Saman.
La richiesta ai periti è di recuperare ed esaminare i resti e gli altri reperti emersi dallo scavo in più dovranno accertare le dinamiche e l’epoca dell’occultamento, le cause e i tempi della morte anche con esami tossicologici. Tutto questo per capire se si tratti proprio di Saman Abbas. Gli specialisti hanno due mesi di tempo per consegnare le conclusioni.

Le parole del legale dello zio Danish
Ieri, l’avvocato dello zio Danish, Liborio Cataliotti ha parlato della situazione. In difesa del suo assistito ha affermato: «La collaborazione di Danish c’è stata e lo dice l’atto del verbale di rinvenimento del cadavere, con la sua presenza in loco, messo a disposizione stamattina dalla Procura per noi difensori».
Il legale ha poi continuato dicendo: «Non ipoteco il futuro processuale del mio assistito e non commenti atti in divenire o non ancora realizzati quello che posso dire è che effettivamente ha dato il suo apporto. Che ce ne sia uno ulteriore, staremo a vedere il prosieguo. Ad ora non saprei, perché significherebbe prevedere sviluppi di un processo difficile e richiederebbe un’introspezione psicologica della persona che non è facile per me che lo conosco da solo due giorni».