Concentrati sul Ponte sullo Stretto, è stato perso di vista tutto il resto. A cominciare dalle grandi opere attese, da Nord a Sud, non solo per il Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma in agenda da un bel po’. Il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, è alle prese con le complicazioni delle opere commissariate già dal suo predecessore, Enrico Giovannini. E che oggi, stando al cronoprogramma ufficiale pubblicato sul sito del Mit, sono in ritardo. In alcuni casi senza che ci sia stato un passo in avanti con l’insediamento del nuovo governo. Insomma, il leader della Lega e vicepremier sposta lo sguardo in avanti, a una delle grandi opere più divisive. Dimenticando i vari dossier aperti.

Fermo il Nodo di Verona Ovest
La galleria degli esempi è lunga e tocca vari tipi di infrastrutture. Un caso molto importante, anche per la collocazione geografica cara al ministro, è il potenziamento della linea dell’Alta velocità, Milano-Verona, con particolare riferimento alla tratta Brescia-Verona. L’opera nuova di zecca del Nodo di Verona Ovest è infatti ferma, stando al resoconto ministeriale: la consegna delle prestazioni, della progettazione esecutiva e della realizzazione era stimata per lo scorso 31 dicembre. Ma nelle tabelle ufficiali non risulta nemmeno la redazione del progetto definitivo, uno dei passaggi preliminari. Previsioni diverse, ma medesimi risultati sono quelli per il nodo di Verona Est: la stima della consegna indica come data l’8 febbraio 2023, la consegna effettiva non c’è stata.
Il completamento della Metro C di Roma resta sulla carta, stallo per la diga foranea di Genova
Il problema non attiene solo i binari e il potenziamento del servizio. Di settore in settore, si passa alle infrastrutture idriche: la messa in sicurezza della diga sul Rio Olai (Nuoro) doveva essere completata entro il primo aprile dello scorso anno. A novembre 2022 è stato terminato solo l’iter autorizzativo e l’approvazione del progetto di fattibilità tecnico economica. Un’altra opera commissariata è il centro di formazione nazionale per gli allievi Vigili del Fuoco, nella città di L’Aquila: a gennaio si attendeva l’avvio del progetto, in merito alla fattibilità tecnico economica, che ancora non figura agli atti. Stesso ambito è quello della realizzazione della caserma Boscariello, a Napoli: i lavori dovrebbero essere consegnati il prossimo primo aprile, ma nel cronoprogramma ministeriale non c’è nemmeno l’ok al progetto definitivo. E ancora: sul capitolo delle infrastrutture per i trasporti rapidi, il completamento della metro C di Roma, infrastruttura fondamentale per la mobilità della Capitale, resta un desiderio, nonostante il commissariamento. Addirittura a Genova, città molto cara al viceministro ligure Edoardo Rixi, la realizzazione della diga foranea è ancora incagliata. La lista prosegue: per quanto riguarda la tangenziale di Lucca, la fine dell’iter della gara d’appalto era in calendario entro la fine di questo mese, ma mancano l’approvazione e la validazione del progetto definitivo. Più a Nord, bisogna recuperare in fretta sul collegamento Vigevano-Malpensa. Una carrellata di nodi sul tavolo che potrebbero avere una corsia preferenziale rispetto al macro obiettivo di costruire il Ponte per unire la Calabria alla Sicilia, antico sogno del centrodestra fin dai tempi della leadership di Silvio Berlusconi.

In Piemonte delle 72 opere monitorate nel 2022 solo 23 sono in linea con il programma
Insomma, c’è un quadro complicato che racconta le criticità relative alla questioni che fanno capo al dicastero di Salvini. Un altro colpo, negli ultimi giorni, è poi arrivato dal Piemonte, con il dossier di Confindustria che ha svelato le lacune in tema di grandi opere. Secondo il dossier, elaborato con Unioncamere e con la collaborazione della Regione Piemonte, delle 72 opere monitorate nel 2022, solo 23 risultano in linea con il programma. Venti cantieri hanno subito un ritardo, nove sono addirittura segnalati in grave ritardo, mentre 17 sono ancora alla fase di proposta. Solo tre sono concluse. Un appello per arrivare a una concreta accelerazione è arrivato dal presidente piemontese di Confindustria, Marco Gay: «Diventa necessario accelerare le procedure per reperire i 10 miliardi che al momento non sono ancora stati erogati su queste opere essenziali per il Piemonte». La piaga delle opere incompiute è uno dei pallini dell’Ance, l’associazione dei costruttori che ha denunciato un “buco” di 72 miliardi di euro nell’economia italiana a causa dei rallentamenti. Che con Salvini al Mit non sembrano sbloccarsi.