La Lega abbandona il Cdm per la delega sulla riforma fiscale

Redazione
05/10/2021

Salvini: «Non diamo il mandato in bianco a nessuno». La risposta di Draghi: «L’assenza della Lega? Ce la spiegherà Matteo»

La Lega abbandona il Cdm per la delega sulla riforma fiscale

Fulmine a ciel sereno sulla maggioranza di governo. I ministri della Lega, su indicazione di Matteo Salvini, non hanno preso parte al Consiglio dei Ministri che ha varato la legge di delega al governo sulla riforma fiscale. Assente dunque Massimo Garavaglia, ministro del Turismo, ma soprattutto Giancarlo Giorgetti, titolare del Mise e finora “fedelissimo” della linea di Mario Draghi.

La Lega diserta il Cdm: le ragioni di Salvini

«I ministri della Lega hanno fatto la scelta, da me assolutamente condivisa», di abbandonare la cabina di regia e non partecipare al Consiglio dei ministri che ha varato la legge di delega al governo sulla riforma fiscale. Lo ha detto Matteo Salvini, in conferenza stampa alla Camera. «Peraltro gli altri ministri nei corridoi dicevano ‘avete ragione’ ma per ipocrisia si china il capo e si alza la manina. Noi non chiniamo il capo e diciamo ciò che riteniamo di dire» ha aggiunto il leader della Lega.

La Lega diserta il Cdm: Draghi gelido su Salvini

L’assenza dei ministri «ce la spiegherà l’onorevole Salvini oggi, domani… Ma gli scambi avvenuti nei giorni passati in cabina di regia, in varie conversazioni, avevano dato informazioni sufficienti a valutare il contenuto di questa legge delega, che è molto generale. Non è che si prendono impegni che poi diventa difficile mantenere o si fanno promesse. È una scatola che si ispira a certi principi che ritengo siano condivisi ampiamente anche dalla Lega». Lo ha detto il premier Mario Draghi parlando in conferenza stampa dopo il consiglio dei ministri.

Salvini contro tutti: è una legge, non l’oroscopo

«Il non voto della Lega alla delega fiscale in Cdm» è arrivato «perché non contiene quello che c’era negli accordi». Lo dice Matteo Salvini, in conferenza stampa, spiegando che «c’è un problema di metodo», perché «un documento così importante non può arrivare alle 13,30 per discuterlo alle 4. Non stiamo parlando dell’oroscopo, non è possibile avere mezz’ora di tempo per esaminare il futuro degli italiani. Occorre un cambio di modalità operativa».

Salvini lancia l’allarme: no all’aumento delle tasse

Il segretario della Lega ha poi rincarato la dose, sostenendo che si tratta di un problema di merito, perché all’interno della delega «c’è qualcosa che non era stato deciso in Parlamento, ovvero la riforma del catasto. Vale 22 miliardi solo l’Imu, 40 miliardi la tassa sulla casa. Non ti do un mandato in bianco, senza parere vincolante del Parlamento. Poi tu mi informi e se sono contrario il governo in carica o quello che verrà può dire ‘va bene, prendo atto e tanti saluti’. Mi fido di Draghi, ma non posso dare una delega in bianco sul catasto con rischio salasso, sulla rimodulazione dell’Iva, e poi non c’è nulla su flat tax, anzi si paventa aumento, su rottamazione delle cartelle, superamento Irap generico» ha detto.

Salvini prova a ricucire: non è una crisi di governo

«Lo strappo non lo abbiamo fatto noi. Noi abbiamo dato la fiducia a un governo che si era impegnato a non aumentare le tasse. E qui c’è un’ipotesi di aumento delle tasse» ha concluso Salvini. Che aggiunge: nel non voto della Lega sulla delega fiscale «non c’entrano dinamiche elettorali: noi abbiamo detto sì al governo per tagliare le tasse, non per aumentarle. Non è una crisi di governo, ma c’è un governo che deve chiarire che non vuole aumentare le tasse».