Il 7 settembre il bitcoin è diventato ufficialmente valuta legale a El Salvador, ma le cose non sono andate esattamente come il presidente Nayib Bukele si aspettava. Nel giorno del suo lancio, il valore della criptovaluta è crollato da 52 mila dollari a 43 mila, e il Paese centroamericano è stato scosso da forti proteste e da difficoltà nell’effettuare pagamenti. Nelle prime ore di martedì, infatti, Apple e Huawei non supportavano Chivo, il “portafoglio digitale” creato dal governo, e i server sono andati offline perché non riuscivano a gestire il numero di utenti che provavano a registrarsi.
Le cose sono leggermente migliorate nel pomeriggio, Chivo è apparso su più piattaforme e grandi multinazionali come Starbucks e McDonald’s hanno iniziato ad accettarne pagamenti. Per incentivarne l’utilizzo, l’esecutivo ha anche dato ai cittadini l’equivalente di 30 dollari americani di bitcoin. Secondo Bukele, la criptovaluta potrebbe far risparmiare al Paese 400 milioni di dollari all’anno in commissioni sulle transazioni provenienti dall’estero, ma per la Bbc, stando ai dati della Banca Mondiale, potrebbe “limitarsi” a 170 milioni. Per un politico dell’opposizione, invece, il crollo del suo valore ha già fatto perdere al Paese 3 milioni di dollari.
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— Nayib Bukele 🇸🇻 (@nayibbukele) September 7, 2021
I bitcoin e i dubbi sulla sua stabilità
I sondaggi indicano che molti salvadoregni diffidano della volatilità della criptovaluta, il cui valore può crollare di centinaia di dollari in un solo giorno. Preoccupazioni condivise anche da molti economisti, preoccupati di come influenzerà la stabilità economica del Paese. Tuttavia, altri vedono nei bitcoin un modo per permettere ai cittadini di un Paese povero di investire in mercati finanziari. Prima del lancio, El Salvador ha acquistato 400 bitcoin per un valore di circa 20 milioni di dollari, contribuendo a far salire il prezzo della valuta sopra i 52 mila dollari per la prima volta da maggio. Poche ore dopo, tuttavia, la criptovaluta si era indebolita rapidamente.
El Salvador, proteste nel “Bitcoin day”
«Dobbiamo rompere i paradigmi del passato, El Salvador ha il diritto di avanzare verso il primo mondo», ha twittato il Presidente Bukele, ma mentre alcuni suoi cittadini hanno accolto favorevolmente la “rivoluzione” in corso (che, ad esempio, protegge da monete e banconote false), altri hanno visto le cose diversamente. «È stata una brutta giornata per il presidente Bukele», ha detto alla Bbc il politico dell’opposizione Johnny Wright Sol, riferendosi al crollo del 20 per cento subito dalla criptovaluta nel suo primo giorno come valuta legale nel Paese. «La maggior parte della popolazione ne sa poco, ma ciò che sappiamo è che è un mercato molto volatile e oggi lo abbiamo capito immediatamente».
A veteran #protests against #bitcoins as a form of payment in San Salvador, #ElSalvador, 07 September 2021, as hundreds took to the streets to demonstrate against a law that allows the circulation of the cryptocurrency. 📷 epa / EFE / Rodrigo Sura#epaphotos #visualizingtheworld pic.twitter.com/SmvGuES3L2
— european pressphoto agency (@epaphotos) September 7, 2021
«Non odiamo le criptovalute», ha continuato Wright Sol, «ma le aziende non devono essere obbligate ad accettare pagamenti in bitcoin. Lo Stato li sostiene e se ne assume il rischio, ma è un rischio che poi ricade su tutti noi contribuenti». Preoccupazioni condivise, visto che più di mille manifestanti si sono radunati davanti alla Corte Suprema di San Salvador per protestare, con pneumatici dati alle fiamme e fuochi d’artificio fatti esplodere per creare confusione.«Questa valuta non funzionerà per venditori di pupusa (piatto tipico salvadoregno a base di mais, ndr), autisti di autobus o negozianti», ha detto un residente di San Salvador che ha partecipato alle proteste. «Questa è una valuta ideale per i grandi investitori che vogliono speculare con le proprie risorse economiche». Secondo altri oppositori, l’utilizzo dei bitcoin potrebbe anche incentivare le transazioni illegali.