Quest’anno dormi in Salone

Matteo Innocenti
04/09/2021

Prezzi bassi, hotel mezzi vuoti. Il Covid non risparmia la rassegna del mobile, che comunque resta un'imperdibile occasione di ripartenza. Naro, presidente di Federalberghi Milano, a Tag43: «25 mila presenze, ma in passato trovare una camera era impossibile».

Quest’anno dormi in Salone

Annullato nel 2020. Posticipato nel 2021, dal tradizionale aprile all’inedito settembre. Ma almeno si farà. Dal 5 al 10 del mese, dopo quasi due anni e mezzo di assenza causa Covid, Milano tornerà a ospitare il Salone Internazionale del Mobile. La più importante fiera a livello mondiale per gli operatori del settore casa-arredamento si tiene in città dal 1961 ed è da sempre molto attesa dagli albergatori. Quest’anno ancora di più: nonostante una formula light (solo tre padiglioni occupati in Fiera) e il mancato tutto esaurito negli hotel, può essere l’evento che segna davvero il momento della ripartenza del capoluogo lombardo dal punto di vista del turismo. Business e, perché no, leisure. come conferma Maurizio Naro, presidente di Federalberghi Milano.

Domanda. L’edizione 2021, il cui allestimento è stato curato da Stefano Boeri, porterà molte persone a Milano. Quante sono quelle che soggiorneranno negli alberghi della città?
Risposta. Rispetto agli ultimi mesi in cui le prenotazioni sono giunte nelle 48-72 ore antecedenti l’arrivo dei turisti, per il Supersalone abbiamo qualcosa di più on the books. Attualmente c’è mediamente un’occupazione pari al 40-45 per cento per le giornate centrali del Salone del Mobile. Riteniamo possa arrivare fino al 60, 65, magari al 70 per cento. Un valore di occupazione da settimana normale, non fieristica, pre-Covid.

D. E la percentuale fieristica pre-Covid a quanto ammontava?
R .Al 100 per cento. A Milano l’occupazione alberghiera era totale. Non escludo che qualche hotel possa raggiungere anche nel 2021 la piena occupazione, magari ospitando dei gruppi. Ma sono comunque cambiate le tariffe. Il prezzo medio adesso è di 200 euro a notte: più alto rispetto ai 100 dei mesi scorsi, ma ben lontano dalla cifra che caratterizzava il vecchio Salone. Quasi 300 euro a persona.

Al via il Salone del Mobile 2021, con un nuovo format. L'intervista di Tag43 a Maurizio Naro, presidente di Federalbeghi Milano.
Visitatori al salone del mobile di Milano negli anni scorsi (Getty)

D. Delle persone in arrivo a Milano nei giorni della fiera, quanti saranno turisti “puri”?
R. Probabilmente un terzo. Il 40 per cento che ha già bloccato le camere è composto da operatori del settore, i turisti invece prenoteranno all’ultimo, una volta appurato che non ci sono problemi legati al Covid, come eventuali zone gialle che si riaccendono.

D. Riesce a tradurre queste percentuali in persone?
R. A Milano ci sono 33 mila camere d’albergo. Considerando che qualche struttura è ancora chiusa, possiamo considerarne 25 mila. Prevediamo di poterne occupare almeno 15 mila: si tratterà soprattutto di camere adibite a uso singolo e in alcuni casi di doppie, per cui Milano si prepara a ospitare circa 25 mila persone.

D. Sono numeri soddisfacenti oppure gli albergatori avevano aspettative maggiori?
R. In realtà le aspettative erano anche minori. Si tratta di un Salone del Mobile con un formato diverso da quello classico, che dovrà inoltre fare a meno del pubblico americano e dell’Estremo Oriente, data la penuria di voli intercontinentali. Si rivolgerà soprattutto al mercato italiano ed europeo. Sono numeri tutto sommato soddisfacenti. Speriamo che questo Salone possa dare inizio a un periodo più normale per Milano, che ha davanti settimane dense di eventi, dal Gran Premio di F1 al Miart (fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea, ndr), fino al Micam (salone internazionale per le calzature, ndr) e al Mipel (la più grande fiera internazionale della pelle e accessori moda), senza dimenticare diversi congressi in programma a ottobre.

D. Che messaggio può mandare il ritorno del Salone del Mobile?
R. Che la gente si sta muovendo, che si sta preparando a tornare a visitare di nuovo fiere in presenza, che se organizzate in modo sicuro e propositivo non costituiscono alcun problema. Quest’anno in tanti verranno anche solo per curiosità, visto che l’evento è aperto al pubblico, poi ci sarà naturalmente il Fuorisalone, che da sempre fa bene alla città. Insomma, sarà un segnale di rinascita e di ripartenza.

D. In queste settimane, anzi mesi, si è parlato molto del green pass. Per voi albergatori è una limitazione?
Affatto. Anzi, lo abbiamo sempre reputato lo strumento adatto per far ripartire il turismo in sicurezza e sempre spinto affinché venisse adottato. Dal punto di vista operativo ci sono lungaggini in più, visto che va verificata la validità del certificato. Ma pur di dare tranquillità ai clienti, da oltre un anno abbiamo adottato nuove misure, dalla colazione servita ai percorsi diversi per check-in e check-out. Insomma, la richiesta e la verifica del green pass è solo un’altra cosa da fare.

D. A livello di organizzazione del lavoro, cosa è cambiato per voi albergatori con il Covid?
R. È cambiato tantissimo. Innanzitutto abbiamo offerto condizioni di cancellazione più flessibili. Se questo da una parte ha facilitato le prenotazioni, dall’altra ha reso più difficile la nostra organizzazione. Da un giorno all’altro, infatti, ci può essere bisogno di una o due persone in più oppure in meno per le camere. E devo dire che si fa davvero fatica a trovarle, in tutti i reparti e non solo nella ristorazione, forse perché anche i più bravi dopo un anno si sono arrugginiti (ride, ndr). Certi automatismi e sicurezze accumulate sono ancora da recuperare e spesso questo va a discapito di un servizio fluido e prefetto, come quello che ci auguriamo sempre di offrire ai clienti.

D. Prima ha parlato di strutture che sono ancora chiuse. Quali sono gli hotel che più hanno subito l’impatto del Coronavirus?
R. Grandi e piccole, poche le differenze. Alcuni hotel sono chiusi perché le grandi catene li utilizzano in base ai trend, riempiendo solo alcune strutture. Altri perché semplicemente è mancato il turismo. Ma la voglia di ripartire è tanta. La prefettura ha opzionato camere in diverse strutture cittadine per i profughi afghani in fuga da Kabul, inoltre in questo periodo gli hotel di Federalberghi si sono resi disponibili ad ospitare, a prezzi ridotti, anche gli studenti soprattutto nordeuropei che verranno al The Lost Graduation Show, la mostra dei neolaureati in design al Supersalone. Per loro le camere saranno disponibili da 35 euro.

D. Gli alberghi pieni significano, molto banalmente, soldi che arrivano in città. Qual è l’indotto previsto?
R. Sinceramente non saprei. Di sicuro pre-Covid i ristoranti lavoravano molto bene durante il Salone del Mobile, grazie agli incontri tra clienti e fornitori. Il Supersalone 2021, con formato ridotto, avrà un indotto minore. Speriamo almeno di non osservare più taxi fermi, sarebbe già un bel segnale vedere le piazzole vuote e tutti in giro a portare i clienti nelle varie esposizioni.