Milano, scommessa vinta
Sessantamila visitatori di cui quasi la metà proveniente dall'estero. Ma anche alberghi pieni ed eventi presi d'assalto. L'edizione in formato ridotto del Salone del Mobile ha funzionato.
Nato nel 1961, il Salone Internazionale del Mobile è tornato in versione settembrina dopo quasi due anni e mezzo di assenza causa Covid. Sicuramente più limitato ma sempre appuntamento imperdibile sia per gli addetti ai lavori diretti in Fiera sia per i curiosi e gli appassionati attirati non solo dagli stand ma soprattutto dalla giungla di eventi, presentazioni, mostre in giro per Milano. La 60esima edizione del Salone, che si è svolta dal 5 al 10 settembre nel segno della della rinascita e della sostenibilità, ha fatto registrare numeri positivi andati oltre le più rosee previsioni.
Edizione firmata Boeri: 60 mila visitatori
I numeri parlano da soli: 30 mila i biglietti staccati già il primo giorno del Supersalone, 60 mila nei sei giorni di manifestazione. Visitatori provenienti da 113 Paesi. Più della metà operatori di settore e buyer (il 47 per cento provenienti dall’estero), mentre 1.800 i giornalisti accreditati. Il format, pensato dall’architetto Stefano Boeri, prevedeva un percorso fluido con installazioni al posto dei classici stand, ma soprattutto l’apertura al pubblico per tutti giorni di manifestazione, con ticket di ingresso a prezzo democratico (15 euro) e la possibilità di comprare i prodotti in mostra.
La soddisfazione degli albergatori
Numeri inaspettati non solo per gli organizzatori del Salone, ma anche per gli albergatori, visto il picco di occupazione registrato la notte di mercoledì. Da una forma di hospitality all’altra, il Supersalone ha scommesso sulla ritrovata socialità, con spazi lounge per il riposo dei visitatori e quattro food court, animate da nove grandi chef della cucina italiana. Il tutto in uno spazio espositivo ridotto rispetto al passato: quattro padiglioni, per 68 mila metri quadrati dove sono stati esposti quasi 2000 oggetti, proposti da 425 brand (il 16 per cento esteri), 39 progettisti indipendenti e 170 giovani studenti, provenienti da 22 Paesi che hanno partecipato alla mostra The Lost Graduation Show.
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Una rinascita sostenibile
Tra le parole d’ordine di questa edizione anche “sostenibilità”. Il Supersalone pensato da Boeri è stato caratterizzato da allestimenti smontabili e riutilizzabili, per evitare sprechi e ridurre l’impatto ambientale della fiera. Da questa piccola attenzione si calcola che ci sia stato un “risparmio” di emissioni di CO2 pari a 1,2 milioni di kg. Una formula leggera, in tutti i sensi, ricca però di contenuti. Tra gli approfondimenti più interessanti la mostra “Take you seat”, che ha raccontato i cambiamenti della nostra società attraverso le diverse forme della sedia. Un pezzo di arredamento grande protagonista, tra l’altro, di vari allestimenti: rivisitata da Dimore Studio, Medea ha “retto” da sola lo stand dell’azienda Tagliabue Fratelli, che la produce fin dagli Anni ‘50. Una versione scomposta e sospesa della poltrona Move, prodotta da Giorgietti, ha raccontato invece l’incontro tra maestria artigianale e tecnologica contemporanea. Egoitaliano si è presentato con un’installazione video che ha interpretato il mondo dell’arredo in chiave ironica, mentre le illustrazioni di Charlotte Taylor hanno incorniciato i prodotti di Tubes Radiatori, Poliform si è affidata alle immagini immersive del fotografo Paolo Roversi e cc-tapis ai tappeti-appesi di Patricia Urquiola, alla sesta collezione per l’azienda.
Il Salone va in città
Evento nell’evento, con il Salone è tornato anche il Fuorisalone, che ha animato Milano con installazioni, concept ed eventi di ogni genere. Vista la grande attenzione per la sostenibilità, non è passata inosservata la Casa Distratta firmata NeN, appartamento arredato di tutto punto, ma con all’interno una serie di cose sbagliate, ma apparentemente normali, che fanno sprecare molta energia. I visitatori arrivati in via Pastrengo 5, quartiere isola, come in una escape room dovevano segnare nel giro di due minuti questi “passi falsi”, ad esempio il decoder lasciato in stand-by, sulla piantina di casa. Notevoli anche le quattro installazioni di Eurostands, tra cui l’enorme gabbiano realizzato con tubi metallici piazzato nel Cortile d’Onore dell’Università degli Studi di Milano: simbolo di rinascita e progettato da MAD Architects, l’opera era alta sei metri e lunga otto.
L’evento della ripartenza
«Sto violando il programma convenuto. Il mio intervento non era previsto. Ma desidero esprimere il mio apprezzamento e augurio per il Salone del Mobile, appuntamento di grande importanza, punto di riferimento mondiale per un settore in cui il nostro Paese è avanguardia», aveva detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al taglio del nastro. Che non fosse un Salone come tutti gli altri era chiaro a tutti, non solo agli addetti ai lavori. Che andasse così bene, però, non era affatto scontato: «Chiudiamo questa edizione con grande soddisfazione e tanta emozione. Era importante fare un primo ma decisivo passo, esserci e dare un segnale all’intero Paese. Ci siamo riusciti», ha dichiarato Maria Porro, presidente del Salone del Mobile: «Scegliere di dare vita a questo “Supersalone” ha implicato una buona dose di coraggio e un’importante assunzione di responsabilità nei confronti di tutto il sistema e dell’intera filiera che avevano bisogno di un’occasione fisica e concreta per spingere sull’acceleratore di una ripartenza che, lo abbiamo constatato questa settimana, è già realtà. Ora guardiamo al futuro». Che è praticamente domani: la 61esima edizione del Salone del Mobile si terrà infatti dal 5 al 10 aprile 2022.