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Divani e di vini

Geniaccio milanese

Manifattura. Creatività. Stile. E design. Ecco perché dal Boom del Dopoguerra a oggi, la città si conferma la capitale del Made in Italy.

9 Settembre 2021 17:439 Settembre 2021 18:56 Matteo Innocenti
Il cuore del design italiano ha da sempre ha battuto a Milano: la storia del "made in Italy".

È stata francese, spagnola, austriaca. Italianissima, Milano rimane senza dubbio la più internazionale delle nostre città. Aperta all’innovazione nel solco della tradizione, grazie alla posizione geografica e alle numerose eccellenze manifatturiere del territorio, è da sempre una sorta di grande laboratorio e oggi è considerata all’estero il luogo simbolo del made in Italy. C’è chi potrebbe pensare che questa sia una realtà recente, nata negli anni del Boom. Non è così: il cuore del design italiano – celebrato negli ultimi 60 anni dal Salone del mobile – ha sempre battuto a Milano.

La Milano delle botteghe medievali

“Made in Italy” è un’espressione utilizzata, a partire dagli Anni 80, per indicare la specializzazione (e dunque l’eccellenza) del sistema produttivo italiano nei settori manifatturieri tradizionali. Le cosiddette 4A, per intenderci: abbigliamento, arredamento, automotive, agroalimentare. Ebbene, Milano da decenni e in alcuni casi da secoli, era grande protagonista in almeno tre di esse. Già nel Medioevo, le creazioni di gioiellieri, vetrai, ricamatori e tessitori meneghini erano particolarmente richieste dall’aristocrazia europea, pronta a sborsare cifre esorbitanti per accaparrarsi i manufatti, che ne arricchivano le dimore. Da via Orefici a via Armorari, è la stessa toponomastica milanese a raccontare il glorioso e operoso passato dell’artigianato cittadino.

Meno atelier, più laboratori

Principale centro dell’Illuminismo italiano, Milano ha rinsaldato la propria tradizione manifatturiera nel corso dell’Ottocento, quando l’odierno Quadrilatero della Moda, oggi famoso per le sue boutique, brulicava di botteghe artigiane come in pieno Rinascimento. Meno atelier e più laboratori anche nella vicina Brera e nella zona delle Cinque Vie: era così anche nei primi decenni del Novecento, mentre Milano si affermava come vertice del Triangolo Industriale. È in questo periodo che la città si è contraddistinta nella produzione di mezzi di trasporto e componenti meccaniche. Sono infatti milanesi Breda (1886), Isotta Fraschini (1900), Alfa Romeo (1910) e Innocenti (1931), che nel 1947 ha lanciato l’iconica Lambretta. Senza dimenticare la Carrozzeria Touring, nota per aver brevettato nel 1936 il metodo Superleggera, ovvero la carrozzeria composta da pannelli di alluminio, sostenuti da un’intelaiatura in acciaio saldata al telaio.

Dalla RIMA al Salone del Mobile

Altra “A” delle già citate quattro, l’arredamento: in un’Italia che rialzava la testa dopo la Seconda Guerra mondiale, nel 1946 la Triennale di Milano ha organizzato la mostra RIMA (Riunione Italiana per le Mostre di Arredamento): tra i giovani architetti chiamati alla progettazione di arredi e interni il gruppo BBPR, nonché Carlo De Carli, Vico Magistretti, Gabriele Mucchi e Ignazio Gardella, con il loro repertorio di arredi producibili in serie, pensati per case piccole e spazi sfruttati in modo razionale. La VIII Triennale dell’anno successivo ha segnato poi la consacrazione internazionale del design italiano, in grado di infrangere il predominio quello scandinavo. Enorme laboratorio di progettazione e design, dall’architettura all’arredamento, Milano ha dato i natali a riviste specializzate: da Domus (1928) a Edilizia Moderna (1929), fino a Zodiac (1957), Caleidoscopio (1964), Spazio e Società (1978). E in tutto questo, nel 1961 ha ospitato la prima edizione del Salone del Mobile, oggi il principale evento internazionale del settore.

Il genio al servizio delle imprese

E come dimenticare, a partire dagli anni del Boom economico, i tanti oggetti di design diventati iconici, frutto dell’incontro tra imprese lombarde e genio creativo? Nizzoli e Sottsass per Olivetti, con le macchine da scrivere Lettera 22 e Valentine; Ponti per Cassina, con la sedia in legno Superleggera; Albini per Bonacina, con le poltroncine Gala e Margherita; Munari per Danese, con la lampada a sospensione Falkland. Non a caso, è proprio a Milano che nel 1954 è stato istituito il Premio Compasso d’oro, assegnato inizialmente dai grandi magazzini La Rinascente e poi dall’Associazione del Design Industriale. Quattro anni dopo, sarebbe nata la settimana della moda, approdata definitivamente a Milano nel 1975: in una città diventata in breve epicentro della moda e del lusso, si muoveva anche un gruppo di designer, passato alla storia come collettivo Memphis. Ma questa è un’altra storia.

Tag:Salone del Mobile
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