Salman Rushdie è stato staccato da respiratore e riesce a parlare
L'annuncio della Bbc confermato dall'agente dello scrittore, accoltellato durante il suo intervento in un convegno negli Stati Uniti.
Salman Rushdie è stato staccato dal respiratore e ora di nuovo in grado di parlare. Lo ha annunciato la Bbc e la notizia è stata già confermata dall’agente dello scrittore Andrew Wylie, il quale ieri aveva parlato di danni al fegato, ai nervi di un braccio e soprattutto del rischio che lo scrittore potesse perdere un occhio. Rushdie, 75 anni, è stato accoltellato durante il suo intervento in un convegno nello Stato di New York: sulla sua testa dal 1989 pende una fatwa lanciata dall’ayatollah Khomeini, a causa della pubblicazione del libro I versi satanici.
Hadi Matar, chi è l’uomo che ha accoltellato Rushdie
L’uomo che ha accoltellato Salman Rushdie, Hadi Matar, è stato accusato di tentato omicidio di secondo grado e aggressione: il 24enne si è dichiarato non colpevole. Nato in California ma di origini libanesi e residente a Fairview, in New Jersey, Matar potrebbe essere un filoiraniano vicino ai pasdaran. È questa una delle ipotesi legate al movente dell’attacco: il giovane avrebbe condiviso su Facebook post dedicati all’ayatollah Khomeini, al generale iraniano Qassem Suleimani, (ucciso nel 2020 durante un’operazione di intelligence pianificata dagli Stati Uniti) e all’attuale Guida suprema Ali Khamenei.
Charlie Hebdo: «Niente giustifica una fatwa»
«Mentre scriviamo queste poche righe, non conosciamo ancora le motivazioni dell’autore dell’accoltellamento contro Salman Rushdie. È rivolto contro il riscaldamento globale, contro la caduta del potere d’acquisto o contro il divieto di innaffiare i vasi da fiori a causa del caldo?», ha scritto in un editoriale il direttore di Charlie Hebdo, Riss. «Prendiamoci allora il rischio di dire che si tratta probabilmente di un credente, che è molto probabilmente un musulmano e che ancora più probabilmente ha commesso il suo atto in nome della fatwa lanciata nel 1989 dall’ayatollah Khomeini contro Rushdie, condannandolo a morte». Com’è noto, il periodico satirico francese Charlie Hebdo è stato duramente colpito dal terrorismo islamico nel 2015, con un attacco che fece 12 morti: «La libertà di pensiero, di riflettere e di esprimersi non ha alcun valore per Dio e i suoi servitori. E nell’Islam, la cui storia è stata sovente scritta nella violenza e la sottomissione, questi valori molto semplicemente non hanno un posto, in quanto sono una minaccia alla sua presa sulle anime».