Alle ultime elezioni regionali dello scorso aprile a Salisburgo è accaduto un mezzo miracolo. L’estrema sinistra della Kpö, il partito comunista austriaco, ha ottenuto nel Land l’11,66 per cento dei voti, arrivando dallo 0,4 per cento di cinque anni fa, e nel capoluogo addirittura il 21,51 per cento, conquistando il secondo posto, con una crescita del 20,32 per cento. La vittoria generale nella regione è andata comunque ai conservatori della Övp, il partito del cancelliere Karl Nehammer, davanti ai nazionalpopulisti della Fpö e ai socialdemocratici della Spö. I Verdi sono finiti dietro la Kpö che entra nel parlamentino di Salisburgo per la prima volta dal 1945.
Il neocomunista Kay-Michael Dankl in pole per le prossime Comunali sulla scia di Kahr a Graz
Per le elezioni del nuovo borgomastro in calendario il prossimo anno la pole position è proprio per il leader neocomunista Kay-Michael Dankl che vorrebbe imitare la sindaca di Graz Elke Kahr, trionfatrice del voto del 2021 e a capo ora di una coalizione che in Stiria associa alla Kpö anche Spö e Grünen. Dopo Leningraz, Stalinburg. In realtà il 34enne Dankl, faccia e modi da bravo ragazzo, coi veterocomunisti ha poco con cui spartire ed è proprio per questo che è stato l’artefice del successo di Salisburgo, che non è in ogni caso caduto dal cielo.

La crescita dell’estrema destra della Fpö
Che l’Austria non sia più felix da qualche anno è ormai un dato di fatto: le difficoltà dei due grandi partiti tradizionali, Övp e Spö, sono evidenti sia a livello nazionale che regionale. Ad approfittarne sono stati a Vienna i Verdi, arrivati al governo di coalizione con i popolari dopo il naufragio dell’alleanza di centrodestra tra Övp e Fpö, affondata dopo l’Ibizagate e gli scandali che hanno coinvolto il vicecancelliere nazionalista Heinz Christan Strache e il Wunderkind della politica austriaca centrista, Sebastian Kurz. A livello regionale però, dopo pandemia e guerra in Ucraina, è ricominciata la fase ciclica di ascesa della Fpö, vista sia alle recenti elezioni in Bassa Austria e appunto nel Salisburghese, e ora ci si è messa anche la Kpö a scompigliare le carte.
La ricetta di Dankl: partito comunista più gruppi civici
Il modello di Dankl sulla Salzach è quello di Kahr sulla Mur, fatto di buon senso e concretezza civica, staccato dalle ideologie, con un mix perfetto di attivismo, progettualità cittadina e intelligenza politica. La Kpö di Salisburgo si chiama in realtà Kpö Plus e racchiude non solo il partito comunista, ma anche gruppi indipendenti, civici che si sono radunati intorno al leader, fuoriuscito insieme ad altri dai Verdi. Temi preferiti quelli classici sociali – a Salisburgo il caro-affitti alle stelle è stato predominante – e quelli ambientali, con una predisposizione al dialogo tra politici e cittadini maggiore di quella mostrata dalle altre formazioni, anche di sinistra, Grünen e Spö, dai quali la Kpö ha attinto la gran parte dei voti.

La modernizzazione della Kpö
Graz e Salisburgo rimangono però due eccezioni nel panorama politico austriaco, che rimane ancorato ai soliti schemi, anche se bisognerà vedere se i comunisti anomali Kahr e Dankl riusciranno a organizzare una formazione che fino ad ora è sopravvissuta tra percentuali minime e i fantasmi del passato. A differenza però di quello tedesco, vietato nel 1956 nell’allora Germania Ovest, il partito comunista austriaco è infatti comunque rimasto sempre attivo, pur raccogliendo pochissimo consenso e rimanendo fuori dal Nationalrat, il parlamento di Vienna. La nuova generazione, rappresentata da Kay-Michael Dankl, ha già preso le distanze dagli scheletri nell’armadio della storia e ha appena iniziato un processo di modernizzazione che a Salisburgo continuerà dai banchi dell’opposizione, almeno sino al voto della primavera del 2024.