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Salisburgo, il mezzo miracolo dei neocomunisti di Dankl alle Regionali

Per la prima volta dal 1945 nel parlamentino regionale di Salzburg è entrato il Kpö Plus capitanato dal neocomunista Dankl. Ma la città di Mozart e Graz, guidata dal 2021 dalla sindaca e collega di partito Kahr, sono per ora mosche bianche in Austria. Dove l’estrema destra della Fpö continua a macinare consensi.

2 Maggio 2023 14:062 Maggio 2023 14:10 Stefano Grazioli
Salisburgo, il mezzo miracolo dei comunisti di Dankle

Alle ultime elezioni regionali dello scorso aprile a Salisburgo è accaduto un mezzo miracolo. L’estrema sinistra della Kpö, il partito comunista austriaco, ha ottenuto nel Land l’11,66 per cento dei voti, arrivando dallo 0,4 per cento di cinque anni fa, e nel capoluogo addirittura il 21,51 per cento, conquistando il secondo posto, con una crescita del 20,32 per cento. La vittoria generale nella regione è andata comunque ai conservatori della Övp, il partito del cancelliere Karl Nehammer, davanti ai nazionalpopulisti della Fpö e ai socialdemocratici della Spö. I Verdi sono finiti dietro la Kpö che entra nel parlamentino di Salisburgo per la prima volta dal 1945.

Il neocomunista Kay-Michael Dankl in pole per le prossime Comunali sulla scia di Kahr a Graz

Per le elezioni del nuovo borgomastro in calendario il prossimo anno la pole position è proprio per il leader neocomunista Kay-Michael Dankl che vorrebbe imitare la sindaca di Graz Elke Kahr, trionfatrice del voto del 2021 e a capo ora di una coalizione che in Stiria associa alla Kpö anche Spö e Grünen. Dopo Leningraz, Stalinburg. In realtà il 34enne Dankl, faccia e modi da bravo ragazzo, coi veterocomunisti ha poco con cui spartire ed è proprio per questo che è stato l’artefice del successo di Salisburgo, che non è in ogni caso caduto dal cielo.

profilo di elke kahr nuova sindaca comunista di Graz
Elke Kahr, sindaca di Graz (da Fb).

La crescita dell’estrema destra della Fpö 

Che l’Austria non sia più felix da qualche anno è ormai un dato di fatto: le difficoltà dei due grandi partiti tradizionali, Övp e Spö, sono evidenti sia a livello nazionale che regionale. Ad approfittarne sono stati a Vienna i Verdi, arrivati al governo di coalizione con i popolari dopo il naufragio dell’alleanza di centrodestra tra Övp e Fpö, affondata dopo l’Ibizagate e gli scandali che hanno coinvolto il vicecancelliere nazionalista Heinz Christan Strache e il Wunderkind della politica austriaca centrista, Sebastian Kurz. A livello regionale però, dopo pandemia e guerra in Ucraina, è ricominciata la fase ciclica di ascesa della Fpö, vista sia alle recenti elezioni in Bassa Austria e appunto nel Salisburghese, e ora ci si è messa anche la Kpö a scompigliare le carte.

La ricetta di Dankl: partito comunista più gruppi civici

Il modello di Dankl sulla Salzach è quello di Kahr sulla Mur, fatto di buon senso e concretezza civica, staccato dalle ideologie, con un mix perfetto di attivismo, progettualità cittadina e intelligenza politica. La Kpö di Salisburgo si chiama in realtà Kpö Plus e racchiude non solo il partito comunista, ma anche gruppi indipendenti, civici che si sono radunati intorno al leader, fuoriuscito insieme ad altri dai Verdi. Temi preferiti quelli classici sociali – a Salisburgo il caro-affitti alle stelle è stato predominante – e quelli ambientali, con una predisposizione al dialogo tra politici e cittadini maggiore di quella mostrata dalle altre formazioni, anche di sinistra, Grünen e Spö, dai quali la Kpö ha attinto la gran parte dei voti.

Salisburgo, il mezzo miracolo dei comunisti di Dankle
Dankl durante la campagna elettorale della KPÖ Plus (da Fb)

La modernizzazione della Kpö

Graz e Salisburgo rimangono però due eccezioni nel panorama politico austriaco, che rimane ancorato ai soliti schemi, anche se bisognerà vedere se i comunisti anomali Kahr e Dankl riusciranno a organizzare una formazione che fino ad ora è sopravvissuta tra percentuali minime e i fantasmi del passato. A differenza però di quello tedesco, vietato nel 1956 nell’allora Germania Ovest, il partito comunista austriaco è infatti comunque rimasto sempre attivo, pur raccogliendo pochissimo consenso e rimanendo fuori dal Nationalrat, il parlamento di Vienna. La nuova generazione, rappresentata da Kay-Michael Dankl, ha già preso le distanze dagli scheletri nell’armadio della storia e ha appena iniziato un processo di modernizzazione che a Salisburgo continuerà dai banchi dell’opposizione, almeno sino al voto della primavera del 2024.

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