Accordo trovato sulla direttiva Ue per il salario minimo. Lo ha annunciato la Commissione per l’occupazione e gli affari sociali del Parlamento europeo (Empl) sul suo account Twitter.
Deal on #EUMinimumWage directive @EPSocialAffairs @RadtkeMdEP @a_jongerius @Europe2022FR @EU_Commission
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Press conference 7 June at 9.30 in Strasbourg & remotelyhttps://t.co/W2zK99AsCR pic.twitter.com/NH9JjGpz2A— EMPL Committee Press (@EPSocialAffairs) June 7, 2022
«La presidenza del Consiglio e i negoziatori del Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo politico provvisorio sul progetto di direttiva sui salari minimi adeguati nell’Ue», si legge in una nota che il Consiglio Europeo. «La nuova legge, una volta adottata definitivamente, promuoverà l’adeguatezza dei salari minimi legali e contribuirà così a raggiungere condizioni di lavoro e di vita dignitose per i dipendenti europei». Dopo il via libera, la palla passa al parlamento europeo. La ratifica da parte dei ministri europei del Lavoro dovrebbe arrivare nel consiglio convocato per il 16 giugno in Lussemburgo. «Nei nostri orientamenti politici abbiamo promesso una legge per garantire salari minimi equi nell’Ue. Con l’accordo politico di oggi sulla nostra proposta su salari minimi adeguati, portiamo a termine il nostro compito», ha twittato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. «Le nuove regole tuteleranno la dignità del lavoro e faranno in modo che il lavoro paghi».
In the Political Guidelines, we promised a law to ensure fair minimum wages in the EU.
With today’s political agreement about our proposal on adequate minimum wages, we deliver.
The new rules will protect the dignity of work and make sure that work pays. pic.twitter.com/vx1kRDfIYL
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) June 7, 2022
Reintrodotto il meccanismo della Scala mobile
Nella direttiva sul salario minimo che il “Trilogo” (organismo del tutto informale che mette insieme Commissione, Consiglio e Parlamento Ue) ha approvato ieri sera viene rispolverata la Scala mobile definita Automatic indexation. Uno dei criteri fissati infatti è il potere d’acquisto. Di fronte a una inflazione in forte crescita, il principio voluto dal Pse, lega le buste paga ai prezzi.
A Bruxelles sono certi che l’impatto del provvedimento – definito dal ministro del Lavoro Andrea Orlando «un assist per i lavoratori» – non sarà «negativo per la creazione dei posti di lavoro e per l’occupazione», come aveva sottolineato il commissario Ue al Lavoro Nicolas Schmit, ricordando come dopo l’introduzione in Germania l’occupazione sia aumentata e che nell’Ue non saranno comunque previsti massimi e minimi salariali. La direttiva punterà invece a istituire un quadro per fissare salari minimi ‘adeguati ed equi’. L’Italia è tra i sei Paesi dell’Ue a non avere una regolamentazione in materia, con un dibattito aperto tra le parti sociali e all’interno del governo stesso. L’idea delle tre istituzioni europee nell’accordo in via di approvazione è di rispettare le diverse tradizioni di welfare dei 27, arrivando però a garantire «un tenore di vita dignitoso», a ridurre le disuguaglianze e a mettere un freno ai contratti precari. Si mira poi a «rafforzare il ruolo delle parti sociali e della contrattazione collettiva».
Salario minimo: dai 332 euro della Bulgaria ai 2.257 del Lussemburgo
La copertura della contrattazione collettiva in particolare dovrebbe venir fissata in una soglia compresa tra il 70 e l’80 per cento, stando ai due obiettivi fissati rispettivamente da Commissione e Parlamento europeo e all’interno dei quali dovrebbe essere trovato un compromesso. Oltre all’Italia il salario minimo non è stato istituito anche in Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia, Svezia. Dove invece è già previsto, stando agli ultimi dati Eurostat, viaggia tra i 332 euro mensili della Bulgaria e i 2.257 euro del Lussemburgo. In Germania è pari a 1.621 euro. Le definizioni di salario ‘adeguato’ e ‘minimo’ sono altri punti su cui si devono confrontare i negoziatori europei. Anche se il testo sarebbe ormai blindato da un accordo di massima raggiunto tra Francia e Germania e resterebbero da definire solo dettagli tecnici. La nuova direttiva europea potrebbe così essere approvata definitivamente entro giugno facendo scattare da quel momento la tagliola dei due anni per il recepimento negli ordinamenti nazionali. Il provvedimento europeo, ha osservato Orlando «spingerà di più verso interventi che salvaguardino i livelli di salario più bassi e verso una disciplina organica».