Guerra e Sace

Luca Di Carmine
25/06/2021

Al Mef occhi puntati sul rapporto tra l'ad dell'agenzia Latini e il numero due di Fincantieri Gallia. Preoccupa l'esposizione della controllata Cdp a garanzia dei prestiti (circa 30 miliardi) del gruppo triestino.

Guerra e Sace

Relazioni molto strette, per qualcuno fin troppo. Tant’è che al Mef, e si sussurra anche negli uffici vicini a quello di Mario Draghi a Palazzo Chigi, la cosa non è passata inosservata. Per cosa si intende il legame tra Pierfrancesco Latini, ad di Sace nominato alla guida dell’agenzia di Stato che si occupa dei crediti all’export dall’ex ad di Cdp Fabrizio Palermo, e Fabio Gallia, ad della Cassa nella gestione Costamagna, poi chiamato dal padre padrone di Fincantieri Peppino Bono a fare il direttore generale. Il gruppo triestino attivo nel settore navale crocieristico e militare è infatti il maggior cliente di Sace, che ne garantisce svariati miliardi di esposizione debitoria. Circa 20 nella crocieristica, e 10 nel militare. Che il rapporto tra Cdp e Fincantieri sia stretto lo dicono storia e persone: l’ex Palermo ha lavorato per anni come direttore finanziario della società di cantieristica. Mentre la figlia di Bono, Emanuela, assunta come assistente di Gallia, ha poi fatto una brillantissima carriera sino a diventare cfo di Cdp Equity.

il rapporto tra gallia e latini preoccupa il Mef
Fabio Gallia, dg di Fincantieri (da Dagospia).

La stretto rapporto tra Pierfrancesco Latini e Fabio Gallia

Altro percorso invece alla base del rapporto tra Latini e Gallia, i cui inizi risalgono al comune passato di manager bancari in Capitalia e Bnl. Con la nomina nel 2015 di Claudio Costamagna alla presidenza di Cdp al posto di Franco Bassanini (un’operazione targata Matteo Renzi) Gallia, chiamato a fare l’amministratore delegato in via Goito, chiama a sua volta come capo dei rischi Latini, che nel frattempo era entrato in rotta con il nuovo ad di Bnl. Con l’arrivo di Palermo alla testa di Cdp nel 2018, Latini resiste per un po’ ma poi getta la spugna e trova riparo in Sace, anche grazie ai buoni uffici dello stesso Palermo, dove prende il posto di Alessandro Decio. A questo punto il colpo di scena. Latini sposa in pieno la posizione dell’allora ministro del Tesoro Roberto Gualtieri intenzionato a sfilare Sace a Cdp, contrariamente alle intenzioni di Palermo che la voleva trasformare in una business unit dell’istituto di via Goito. Da allora il manager, spesso criticato per il suo approccio attendista e burocratico, ha passato praticamente due anni aspettando quel passaggio di Sace al Mef che a tutt’oggi non è avvenuto. In questo periodo di incertezza, senza più Gualtieri al Mef, Latini ha trovato una solida sponda da Fincantieri rinsaldando ulteriormente il suo già forte rapporto con Gallia. Tant’è che questi viene spesso intercettato a Piazza Poli, dove Sace ha la sua sede, ed è sicuramente uno dei più ascoltati consiglieri di Latini dopo il dalemiano Rodolfo Errore, che di Sace è il presidente.

gallia e Latini: un rapporto che preoccupa il Mef
Pierfrancesco Latini, ad di Sace (dal sito Sace).

Le gravi difficoltà della cantieristica commerciale e militare

Una vicinanza quella tra Latini e Gallia che può creare qualche imbarazzo nella gestione dei rapporti commerciali tra Roma e Trieste, specie al Mef che è il depositario finale di garanzie concesse a settori come il crocieristico vicino al default durante il Covid o quello della Difesa in Paesi geopoliticamente molto complicati. Ma i benefici non sono stati solo per Fincantieri, controllata da Cdp che a sua volta è azionista al 100 per cento di Sace. Nel 2020 gran parte del portafoglio garanzie di Sace è stato ceduto al ministero dell’Economia grazie al Dl 23/2020. Una circostanza che ha senza dubbio aiutato il bilancio di Sace che altrimenti, considerata l’emergenza del crocieristico e gli effetti negativi della pandemia sulle imprese, avrebbe potuto esserne compromesso. Tant’è che la società ha realizzato un utile di 100 milioni nel 2020. E grazie proprio al Dl 23/2020 del ministro Gualtieri. Lo stesso Latini ha avuto dal cda il riconoscimento degli obiettivi raggiunti nella valutazione di fine anno, con un cospicuo bonus oltre al trattamento economico riservatogli come ad e direttore generale. Ora con l’avvento di Dario Scannapieco in Cdp si volta pagina. Innanzitutto bisognerà vedere se l’ex vicepresidente della Bei catapultato da Draghi (che in gioventù ha lavorato proprio in Sace come presidente del Comitato di gestione) in via Goito  manterrà Latini alla guida di Sace. Anche se formalmente la decisione spetta al Mef. E, in second’ordine, se interverrà nella relazione privilegiata che intercorre con Fincantieri, che di certo avrebbe faticato non poco a resistere senza la protezione del sistema Cdp-Sace con la copertura di enormi rischi in capo a via XX Settembre.