Pochi giorni dopo il rilascio da una prigione americana in cambio della liberazione della cestista statunitense Brittney Griner, il trafficante d’armi russo Viktor Bout si è unito al partito ultranazionalista Liberal’no-demokratičeskaja partija Rossii (Ldpr). La formazione politica, nata nel 1989 con il nome di Partito Liberal-Democratico dell’Unione Sovietica e diventata poi Partito Liberal-Democratico di Russia, è stata guidato fin dalla sua fondazione da Vladimir Žirinovskij, morto lo scorso aprile. Da allora il leader è Leonid Slutsky, membro della Duma di Stato.

Viktor Bout, dito puntato contro l’Occidente
Nel discorso in occasione della cerimonia di consegna della tessera del partito, che si è svolta a Mosca, Bout ha dichiarato che l’Ldpr e Slutsky, hanno fatto molto per il suo rilascio e che il suo dovere ora è «prendere parte attiva al lavoro nel partito». Sabato, intervistato da Russia Today, Bout aveva detto: «L’Occidente crede di non averci finito nel 1990, quando l’Unione Sovietica ha iniziato a disintegrarsi. E pensa di poterci semplicemente distruggere di nuovo e dividere la Russia». Lo scambio di prigionieri che ha coinvolto Bout e Griner è avvenuto in aeroporto ad Abu Dhabi. I due hanno avuto anche il tempo di scambiare qualche parola: «Le ho augurato buona fortuna, lei mi ha perfino stretto la mano. La nostra tradizione è augurare a tutti buona fortuna e felicità», ha raccontato Bout.

Chi è il trafficante di armi che ha ispirato Lord of War
Ex tenente colonnello dell’esercito russo in Angola, il 65enne Bout è conosciuto come “Il mercante di morte” (il soprannome fu coniato dal ministro degli affari esteri britannico Peter Hain) ed ha ispirato il film Lord of War: congedato nel 1991 con la dissoluzione dell’Urss, iniziò a contrabbandare armi in tutto il mondo. Arrestato nel 2008 in Thailandia, nel 2010 è stato estradato negli Stati Uniti, dove successivamente è stato processato ricevendo una condanna a 25 anni di carcere. Secondo molti, la detenzione della giocatrice di basket Griner, arrestata a Mosca per traffico di stupefacenti (stava trasportando una boccetta di olio di cannabis), è stata finalizzata proprio alla liberazione di Bout: lo scambio di prigionieri, considerato il “peso” dei crimini commessi dai due, ha ricevuto forti critiche dall’opinione pubblica statunitense.