Russia, il piano di sostituire la Wagner con altre compagnie di mercenari

Redazione
04/04/2023

Mosca intende creare nuove compagnie di mercenari in alternativa alla Wagner, sempre meno controllabile. Intanto Putin avrebbe sollevato il generale Muradov dalla guida del distretto militare orientale a causa delle ingenti perdite di uomini e mezzi.

Russia, il piano di sostituire la Wagner con altre compagnie di mercenari

Il modello Wagner funziona, la Wagner un po’ meno. Almeno agli occhi del Cremlino. Se infatti le autorità russe non possono non riconoscere l’efficacia dell’organizzazione di mercenari di Evgeny Prigozhin – che in un video probabilmente fake appare mentre issa personalmente la bandiera russa su una Bakhmut in realtà ancora contesa – dall’altra le truppe del “cuoco di Putin” sono poco controllabili, così come lo è il loro fondatore che da tempo continua a sfidare apertamente il ministro della Difesa Sergei Shoiugu e il capo dello Stato Maggiore Valery Gerasimov, nominato a gennaio ma già in bilico.

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Yevgeny Prigozhin, fondatore della Wagner, in una foto del 2017 (Getty Images).

Così Mosca cerca di sostituire i wagneriti

Nessuno però vuole buttar via il bambino con l’acqua sporca. Così, secondo il ministero della Difesa britannico, Mosca starebbe cercando di sviluppare nuove compagnie militari private alternative alla Wagner. I vertici dell’esercito russo infatti intendono sostituire i wagneriti con mercenari più controllabili. Senza contare il fatto che le perdite tra i contractor sono molto meno sentite dall’opinione pubblica rispetto alle morti di chi è stato reclutato nella mobilitazione ordinata da Putin. Al momento però nessuna compagnia privata può competere con la Wagner, sia in termini di uomini, sia di potenza. I mercenari di Prigozhin hanno iniziato a combattere in Ucraina nell’aprile 2022, formalmente senza riferire al ministero della Difesa. La scorsa estate è emerso che la Wagner reclutava prigionieri dalle carceri promettendo loro la grazia dopo il servizio. Carcerati usati regolarmente come carne da macello. È questo uno dei ‘punti di forza’ della compagnia, insieme alla velocità di movimento (i gruppi sono formati da 7 a 50 uomini) e di comunicazione degli ordini.

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Un mercenario del Gruppo Wagner sottoposto a interrogatorio dopo essere stato catturato (Getty Images).

I piani di Primakov, capo del Rossotrudnichestvo

Che Mosca intenda formare nuove compagnie private è stato confermato su Telegram anche da Evgeny Primakov, capo del Rossotrudnichestvo, l’agenzia federale per la Comunità degli Stati indipendenti, i russi all’estero e la cooperazione internazionale. I mercenari in questo caso servirebbero però per proteggere le filiali dell’agenzia nei Paesi considerati ostili. «Il Rossotrudnichestvo è costretto a reagire al peggioramento della situazione», ha dichiarato Promakov. «Noi non abbiamo nulla da perdere, quindi, dovendo in qualche modo garantire la sicurezza delle case russe e i diritti dei nostri connazionali, non avendo altri strumenti, abbiamo deciso di registrare in una delle giurisdizioni straniere la nostra compagnia di sicurezza privata». Il direttore del Rossotrudnichestvo, fondato nel 2008 dall’allora presidente Dmitry Medvedev, ha poi citato i due nomi presi in considerazione per la compagnia: Pushkinisty, che significa i seguaci del poeta russo Aleksandr Pushkin, o Whiskers, cioè baffi sempre in riferimento a Pushkin, perché il poeta aveva i basettoni.

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Yevgeny Primakov.

Le difficoltà russe nel Donbass e il licenziamento del generale Muradov

La necessità di creare nuove compagnie private è dovuta alle difficoltà di avanzamento dell’esercito regolare. Non a caso pochi giorni fa, come ha riportato il Moscow Times sentendo due fonti del ministero della Difesa, il generale Rustam Muradov a capo del comando del distretto militare orientale – e malvisto dalla Wagner perché ritenuto un ‘codardo’ che preferisce rimanere lontano dalla prima linea – sarebbe stato sollevato dall’incarico dopo i falliti attacchi alla città di Vuhledar, centro strategico per l’estrazione del carbone a 100 km da Bakhmut. Tra gennaio e febbraio l’esercito russo ha subito nell’area pesanti perdite. Secondo il gruppo olandese Oryx, che pubblica informazioni sulle perdite russe, al culmine dell’offensiva di febbraio le truppe guidate dal generale hanno perso in tre giorni 103 pezzi di equipaggiamento militare, di cui 36 carri armati, contro solo 20 pezzi di equipaggiamento militare ucraino. La rimozione di Muradov, un esperto comandante militare con esperienza in Siria e nel Caucaso meridionale e inviato da Putin per ‘mettere in riga’ con punizioni e torture i soldati recalcitranti, dà l’idea dell’incapacità dell’esercito russo di ottenere significativi avanzamento territoriali nella regione del Donbass. Non sarebbe la prima volta che Putin solleva un generale appena insediatosi. Il capo di stato maggiore Valery Gerasimov ha sostituito a gennaio il generale Sergei Surovikin come capo delle forze russe in Ucraina, appena tre mesi dopo la sua nomina. E Mikhail Teplinsky, il capo dei paracadutisti russi, sarebbe stato licenziato all’inizio di quest’anno dopo aver prestato servizio per soli sei mesi.