La guerra “ferma” anche la cultura. A quasi una settimana dall’inizio dei bombardamenti in Ucraina, sono stati diversi gli artisti e le compagnie russe che, in più Paesi, da un giorno all’altro, sono stati costretti a vedere posticipati o, addirittura annullati, spettacoli, tour ed esibizioni, ai quali lavoravano da mesi. Una scelta drastica che ha colpito anche la finale di Champion’s League (spostata da San Pietroburgo allo Stade de France di Parigi) e il Gran Premio di Formula Uno, che non si svolgerà, come programmato, a Sochi.
No agli artisti russi sul palco: il Paese non sarà ammesso all’Eurovision
Di recente, la European Broadcasting Union (EBU) ha comunicato che la Russia non sarà ammessa all’Eurovision Song Contest che, quest’anno, si terrà a Torino a maggio 2022. «Alla luce della mission dell’evento che, da sempre, promuove i valori di comprensione e scambio tra popoli, abbiamo deciso di escludere il Paese dalla competizione», hanno spiegato i produttori della kermesse al Guardian. «In più, l’inclusione della Russia, dati gli ultimi eventi, rischierebbe di screditare l’intera gara e chiunque vi prenda parte». Tra gli Stati che, più di tutti, hanno reclamato l’estromissione immediata attraverso l’intervento delle emittenti televisive nazionali figurano l’Islanda, la Norvegia, la Finlandia e i Paesi Bassi. Ma non solo. Particolarmente forte e convinto è stato anche l’intervento del segretario alla Cultura britannico Nadine Dorries, che ha sostenuto la presa di posizione portata avanti dal comitato organizzativo della manifestazione.
Statement from @EBU_HQ regarding Russia's participation in the Eurovision Song Contest 2022.https://t.co/HmKJdqVE4J pic.twitter.com/tVH6yFxzbq
— Eurovision Song Contest (@Eurovision) February 25, 2022
Anche nei teatri, il palcoscenico sarà interdetto agli artisti russi
Non si è salvata la danza classica. La Royal Opera House, infatti, ha cancellato tutte le performance estive del Balletto del Bolshoi, una delle compagnie più antiche e prestigiose al mondo. «La stagione estiva del Bolshoi era quasi definita e i ballerini si sarebbero dovuti esibire dal 26 luglio al 14 agosto», ha spiegato il teatro, «purtroppo, in questa situazione, siamo stati costretti a cancellare tutto». Sulla stessa scia si sono mossi anche il Wolverhampton Grand Theatre e il Royal and Derngate di Northampton che, dando ascolto alle richieste della comunità ucraina locale, hanno eliminato dal loro cartellone gli spettacoli del Balletto di Stato della Siberia. Così come anche l’Helix Theatre di Dublino ha annullato la messa in scena de Il lago dei cigni a cura del Royal Moscow Ballet per «mostrare solidarietà al popolo ucraino».
Given the situation in Ukraine, Royal & Derngate have taken the decision to cancel today’s performances of The Russian State Ballet.
— Royal & Derngate (@RoyalDerngate) February 26, 2022
Nessun artista russo sul palco nel mondo della lirica
Per quanto riguarda la musica, i concerti del maestro Valery Gergiev e dell’Orchestra Filarmonica di Vienna che si sarebbero dovuti tenere alla Carnegie Hall di New York sono stati cancellati. Il direttore, impegnato in queste settimane al Teatro Alla Scala di Milano con La dama di picche, è finito al centro delle polemiche per aver dichiarato più volte vicinanza al presidente Putin e alle sue posizioni. Sulla questione si è espresso Beppe Sala, caldeggiando l’allontanamento di Gergiev dal tempio della lirica milanese. Una richiesta che pare essere andata a segno: secondo quanto comunicato dal sindaco, infatti, il maestro, ripartito senza rilasciare alcuna dichiarazione, non presenzierà alla prossima recita dell’opera, prevista per il 5 marzo. Intanto, in attesa che venga nominato un sostituto, per il concerto del 7 marzo, a impugnare la bacchetta sarà il collega Riccardo Chailly. Ma non finisce qui.

Anche la soprano Anna Netrebko ha affidato ai suoi social la comunicazione dello strappo con il teatro meneghino. Attesa, il 9 marzo, per la sua performance nell’Adriana Lecouvreur, l’artista non si era presentata neppure alle prove. E, smentito il sospetto che attribuiva l’assenza a problemi di salute, ha fatto capire chiaramente in un lungo post come, nonostante fosse contraria alla guerra, non reputasse giusto che personaggi dello spettacolo e, in generale, della scena pubblica, venissero forzati a esprimere opinioni politiche e a denunciare la propria terra d’origine. Analogamente a Gergiev, anche il pianista Denis Matsuev è stato allontanato dalla Carnegie Hall: nel 2014 aveva pubblicamente sostenuto l’annessione della Crimea alla Russia e la direzione della sala newyorchese ha reputato opportuno prendere le distanze dal musicista sulla scorta degli ultimi accadimenti. Tra gli eventi da riprogrammare, anche due performance della Mariinsky Orchestra organizzate, a maggio, sempre alla Carnegie, e il concerto della rock band Green Day a Mosca.

Artisti russi “fermi” e mostre chiuse
A differenza degli altri anni, alla Biennale di Venezia non ci sarà spazio per il Padiglione Russo, che, viste le diserzioni di artisti come Alexandra Sukhareva e Kirill Savchenkov e curatori come Raimundas Malašauskas, rimarrà chiuso. «Non si può pensare all’arte quando i civili muoiono sotto il fuoco dei razzi, gli ucraini si nascondono nei bunker per proteggersi dalle bombe e gli attivisti russi che protestano contro il governo e le sue scelte vengono messi a tacere», hanno precisato Savchenkov e Sukhareva in un comunicato stampa condiviso. Sospese le mostre al Garage Museum of Contemporary Art di Mosca e alla GES-2 House of Culture. Intanto, a Londra, il Victoria and Albert Museum sta valutando il da farsi. Soprattutto in merito all’esposizione dedicata a Peter Carl Fabergé, che include diverse uova prese in prestito da musei sovietici.

E il cinema blocca l’uscita di film nelle sale russe
Per quanto riguarda, infine, il settore cinematografico, l’Accademia del Cinema Ucraino ha chiesto che venga messo in atto un boicottaggio internazionale dei titoli russi, escludendoli anche dai festival e dalle rassegne. In attesa che si delinei con precisione il piano d’azione, Warner Bros, Disney e Sony hanno bloccato l’uscita di tre pellicole (Batman, Turning Red e Morbius) nei cinema di Mosca e dintorni, attivando anche una serie di aiuti umanitari da utilizzare per l’assistenza ai rifugiati.
WB, Disney e Sony sospendono le uscite dei loro film nei cinema russi. Pellicole come The Batman, Turning Red e Morbius non saranno proiettate in Russia come invece era previsto. The Batman, l'ultimo colossal della Warner Bros, doveva uscire in Russia venerdi'.
— Clemente Mimun (@cjmimun) March 1, 2022