Un tribunale russo ha ordinato il sequestro del complesso alberghiero di lusso Imeretinskiy di Sochi, di proprietà del magnate dell’alluminio Oleg Deripaska, che aveva criticato l’invasione dell’Ucraina voluta dal presidente Vladimir Putin. Lo scrive il Financial Times. L’ordine del tribunale di sequestrare la struttura da un miliardo di dollari (di cui fa parte anche un porto turistico) è arrivato a settembre, sottolinea il quotidiano britannico, dopo che il Cremlino aveva intimato a Deripaska di smetterla di criticare pubblicamente la guerra.

I commenti dell’oligarca potrebbero aver influenzato la sentenza
Il contenzioso legale che ha portato al sequestro dell’Imeretinskiy è iniziato a seguito di un reclamo promosso da Sirius, centro scientifico, educativo e turistico voluto da Putin sulle sponde del Mar Nero, prima che le truppe di Mosca invadessero l’Ucraina. Ma l’articolo del Financial Times suggerisce che i commenti dell’oligarca potrebbero aver influenzato l’esito del caso. A giugno Deripaska ha detto che «distruggere l’Ucraina sarebbe un errore colossale»: due settimane dopo Sirius ha nuovamente citato in giudizio RogSibAl, la società di Deripaska che possiede il complesso di Imeretinskiy, per tre distinte dispute territoriali.

Cosa è Sirius, il centro educativo che ha fatto causa a RogSibAl
Dopo i Giochi Olimpiadi Invernali di Sochi 2014, allo scopo di utilizzare le strutture costruite per la rassegna cinque cerchi, Putin ha patrocinato la creazione di Sirius, un hub educativo-scientifico per “addestrare” i bambini più brillanti della Russia. Tra i tanti oligarchi che hanno finanziato Sirius figura anche Deripaska, ma questo non ha impedito alla “creatura” di Putin di chiedere aiuto delle autorità locali per determinare o meno se RogSibAl avesse violato i suoi contratti di affitto, sulla base del fatto che non aveva realmente riqualificato il porto in un porto turistico. Il giudice di Krasnodar si è schierato con Sirius, anche se le immagini pubblicamente disponibili mostrano yacht ormeggiati davanti all’hotel Imeretinskiy. E così ha ordinato il sequestro degli immobili della società di Deripaska. RogSibAl e il magnate dell’alluminio, nonostante sia uno dei più importanti oligarchi russi a essersi espresso contro la guerra, sono oggetto di sanzioni statunitensi dal 2018 per le sue attività in Crimea e nel Donbass.

Roldugin e Shmeleva, le figure chiave dell’hub sul Mar Nero voluto da Putin
La fondazione che sta dietro a Sirius è di proprietà di Sergei Roldugin, violoncellista amico di Putin e padrino della figlia del presidente, Maria. Quando lo hanno sottoposto a sanzioni a giugno, gli Stati Uniti hanno descritto Roldugin come un «custode della “ricchezza offshore» di Putin. Elena Shmeleva, direttrice di Sirius, è stata invece candidata per il partito dello zar alle elezioni dello scorso anno e, anche se non ha ottenuto un seggio alla Duma, sembra essere una figura in ascesa. «La sua influenza è pazzesca. Al primo invito, ministri e capi di grandi aziende volano a Sochi per incontrarla al primo invito»: così l’ha introdotta il presentatore televisivo Vladimir Pozner, in occasione di un’intervista.
