Cancellare chiunque disturbi la narrazione ufficiale. Una pratica comune in Unione Sovietica dove eliminare da foto o pellicole chi era caduto in disgrazia o sotto le purghe staliniane era all’ordine del giorno. Ma anche nella Russia di Putin. Il servizio stampa del Cremlino infatti ha rimontato un video dell’incontro del presidente russo con gli abitanti di Mariupol durante la sua visita “a sorpresa” nella città ucraina occupata. Il motivo? Mentre Putin parlava con alcuni cittadini del quartiere Nevsky da poco ricostruito, una donna sconosciuta e non inquadrata ha gridato: «Non è vero! È tutto fatto per lo spettacolo», denunciando la messinscena.
Il taglio dell’audio contro Putin
Il video originale è stato pubblicato domenica anche da alcune agenzie statali, come Ria Novosti e Izvestija ma l’incidente non è sfuggito ai media ucraini. E quando il canale Telegram “Mozhem ob yasnit” (Possiamo spiegare) ha decifrato chiaramente l’audio imbarazzante, il frammento è stato prontamente tagliato. Al suo posto è stato aggiunta la scena di un residente che rivolto al presidente dice: «Stiamo pregando per te». La versione rieditata è poi stata postata sul sito del Cremlino.
Il quartiere Nevsky, l’unico ricostruito in una città ancora distrutta
Putin ha visitato Mariupol la sera tra il 18 e il 19 marzo e il suo portavoce Dmitri Peskov aveva insistito sulla spontaneità del viaggio. In quell’occasione il presidente russo aveva visitato anche il nuovo quartiere Nevsky, incontrando ancora una volta i residenti che hanno definito la nuova zona un paradiso. In realtà è l’unica area ricostruita della città diventata simbolo della resistenza ucraina all’interno dell’Azovstal. Ma è anche la città il cui ospedale pediatrico venne bombardato a marzo 2022, struttura che ora come ha promesso il vice primo ministro Marat Khusnullin, accompagnatore di Putin, verrà ricostruita e «avrà tutti laboratori più moderni e un’ambulanza». Sempre un anno fa le truppe di Mosca bombardarono anche il teatro della città portuale dove centinaia di persone si erano rifugiate nonostante la scritta bambini fosse scritta sui lati dell’edificio.