Nei quattro anni che hanno preceduto l’invasione dell’Ucraina, le società collegate al fondatore della Wagner Evgeny Prigozhin hanno registrato entrate per più di 250 milioni di dollari. Lo riporta il Financial Times che sottolinea come nel conto non rientrino i profitti delle aziende del settore della ristorazione/catering e del real estate. Un impero che continua a macinare guadagni nonostante Prigozhin sia una delle persone più sanzionate al mondo. Le prime misure contro di lui risalgono al 2016 e furono imposte dopo la costruzione di basi militari vicino al confine ucraino. A queste se ne sono poi aggiunte altre da parte dell’Ue e del Regno Unito. L’interessato non pare preoccuparsene, anzi. «Considero assolutamente illegale qualsiasi sanzione contro di me, contro la Wagner, così come contro qualsiasi attività legale e individuo della Federazione Russa», ha tuonato su Telegram, rispondendo a un precedente articolo del Financial Times sull’argomento. «Sputo e sputerò su qualsiasi sanzione».

Le società in Africa e Medio Oriente realizzate anche grazie alle attività della Wagner
Il core business dell’impero del ‘cuoco di Putin’ resta il settore minerario ed estrattivo in Africa e Medio Oriente. Una galassia multinazionale costruita grazie alle attività della Wagner. Tanto che secondo alcuni analisti proprio l’intensificarsi delle ‘missioni’ della compagnia mercenaria in Repubblica Centrafricana e Sudan porteranno presto il patrimonio dell’imprenditore a un miliardo di dollari. Per capire come Prigozhin faccia leva sulla Wagner per aumentare i suoi affari è esemplare il caso di Euro Polis. La società ha ottenuto da Bashar al-Assad le concessioni per lo sviluppo di giacimenti di petrolio e gas in Siria in cambio della protezione degli impianti da parte dei mercenari. Nonostante Euro Polis sia sotto sanzioni dal 2018, il suo fatturato nel 2020 è stato di 134 milioni di dollari con un utile netto di 90 milioni. Non si tratta di una eccezione. Anche altre aziende collegate a Prigozhin continuano a crescere nonostante ricadano sotto il regime di sanzioni. Come la M Invest che estrae oro in Sudan. Nel 2021 ha registrato vendite per 2,6 milioni di dollari. Altre due società che hanno fornito attrezzature per le società in Sudan e nella Repubblica Centrafricana hanno generato nello stesso anno entrate per più di sei milioni di dollari. Per evitare le sanzioni, le società del gruppo trasferiscono le proprie attività ad altre realtà prima di essere intercettate. Un esempio è la Mercury, operante sempre nel settore petrolifero siriano. Prima delle sanzioni Ue aveva registrato entrate per 67 milioni di dollari in tre anni, subito dopo, come per magia, erano scese a zero.

Perché Prigozhin sta diventando una minaccia per Putin
Un potere economico e militare quello di Prigozhin che potrebbe allarmare persino il Cremlino. Da mesi l’imprenditore – insieme con il leader ceceno Ramzan Kadyrov – si scaglia, pressoché indisturbato, contro i vertici dell’esercito e della Difesa russi. Il sospetto è che prima o poi decida di scendere in politica, contendendo la leadership allo stesso Putin. Che infatti dopo aver dato spazio e credito al fondatore della Wagner ha cercato di limitarlo nominando alla guida della cosiddetta operazione speciale il capo di Stato Maggiore Valery Gerasimov, fedelissimo del ministro Sergei Shoiugu, a sua vota nemico giurato di Prigozhin. Evidentemente il messaggio non è stato sufficientemente chiaro. Negli ultimi giorni infatti Prigozhin è tornato all’attacco accusando i vertici della Difesa addirittura di alto tradimento per aver bloccato, sostiene, i rifornimenti di munizioni con l’obiettivo di indebolire la Wagner. «Il capo di stato maggiore (Valery Gerasimov, ndr) e il ministro della Difesa (Sergei Shoigu, ndr) stanno impartendo ordini a destra e a manca per non consegnare munizioni alla Wagner, e di non contribuire al loro trasporto», ha denunciato in un audio pubblicato su Telegram. «È una opposizione diretta che non significa niente di meno di un tentativo di distruggere il nostro gruppo che è equivalente ad alto tradimento, nel momento in cui la Wagner combatte per Bakhmut, perdendo ogni giorno centinaia di mercenari».

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Il botta e risposta con il ministero della Difesa sulla mancata consegna di munizioni
Accuse che il ministero ha rispedito al mittente. «Tutte le domande per la fornitura di munizioni per le unità d’assalto vengono completate il prima possibile. Così è stato e così sarà», ha tagliato corto l’ufficio stampa della Difesa in un comunicato. Aggiungendo, senza mai menzionare né Prigozhin né la Wagner: «Tutti i tentativi di dividere il meccanismo di interazione e supporto tra le unità del gruppo russo sono controproducenti e giocano solo a vantaggio del nemico». L’imprenditore però a stretto giro ha ribadito come la Wagner non riceva «l’80 per cento delle munizioni necessarie per svolgere missioni di combattimento», definendo il comunicato del ministero uno «sputo» contro il battaglione mercenario e «un tentativo di nascondere i propri crimini davanti ai combattenti che compiono l’impresa».
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