Vladimir Michajlovič Gundjaev, oggi Patriarca di Mosca e di tutte le Russie come Kirill I, ha lavorato per il KGB, ovvero il servizio di intelligence dell’Unione Sovietica. Lo rivelano i quotidiani elvetici Le Matin Dimanche e Sonntagszeitung, che hanno potuto consultare il fascicolo dell’Archivio federale svizzero. All’epoca viveva a Ginevra e rappresentava ufficialmente il Patriarcato di Mosca al Consiglio ecumenico delle Chiese. La missione del futuro patriarca ortodosso Kirill, il cui nome in codice era “Mikhailov”, era anche quella di condizionare il CEC per conto di Mosca.

La smentita da parte del nipote
Secondo le due testate elvetiche, Mosca voleva spingere l’organizzazione ecumenica a denunciare le politiche degli Stati Uniti e dei loro alleati, così come a censurare le critiche all’assenza della libertà religiosa nell’Unione Sovietica. Raggiunto da Le Matin Dimanche, il nipote Mikhail Goundiaev (che ha preso il suo posto) ha dichiarato che lo zio non era un agente segreto, sebbene sottoposto – questo sì – allo «stretto controllo» del KGB. In ogni caso, ha aggiunto, ciò non ha inficiato la sincerità del suo impegno nel lavoro ecumenico con le altre chiese. Da parte sua, il CEC ha reso noto di non aver informazioni su questa vicenda, mentre le autorità religiose russe hanno deciso di non rilasciare commenti sulla questione.

Kirill-Svizzera, un rapporto speciale
Al di là di averci vissuto (e forse spiato) per un certo periodo, Kirill ha visitato la Svizzera almeno 43 volte, riporta Le Matin Dimanche. «Tra diplomazia religiosa, spionaggio e interessi finanziari, Kirill è stato continuamente attratto dalle Alpi e dalle rive del Lago di Ginevra», scrive il giornale. Il patriarca è tra l’altro appassionato di sci, tanto da essersi addirittura rotto una gamba sulle piste svizzere nel 2007. I quotidiani elvetici hanno pubblicato persino una foto del giovane prete, mentre scia in piena Guerra Fredda sulle montagne della Svizzera nel 1971. «Provo sentimenti speciali per il vostro Paese», disse nel 2019 rivolgendosi al presidente della Camera alta del parlamento elvetico.