Piotr Kucherenko, viceministro della Scienza e dell’Istruzione superiore della Federazione Russa, è morto di ritorno da un viaggio d’affari a Cuba, dopo essersi sentito male sull’aereo che lo stava riportando a Mosca. Il volo ha effettuato un atterraggio di emergenza nel sud della Russia, nella città di Mineralnye Vody, ma i medici arrivati a bordo non sono riusciti a salvare il funzionario che, è emerso, aveva una posizione fortemente critica nei confronti dell’invasione dell’Ucraina.

Il racconto di Roman Super, giornalista oggi in esilio
La famiglia di Kucherenko, che aveva compiuto 46 anni il 3 maggio, ha collegato la sua morte a una condizione cardiaca patologica, di cui sarebbe stata a conoscenza. Tuttavia per mercoledì è previsto un esame forense. Roman Super, pluripremiato giornalista indipendente e regista di documentari, ha dichiarato di aver parlato con Kucherenko nell’ufficio del viceministro pochi giorni prima di lasciare la Russia a seguito all’invasione dell’Ucraina. In quell’occasione, ha raccontato, i due avevano parlato dei piani di trasferimento di Super e di contro dell’impossibilità di Kucherenko di lasciare la Russia, così come della sua opposizione alla guerra voluta da Vladimir Putin.

«Impossibile lasciare la Russia. Siamo tutti tenuti in ostaggio»
«È impossibile lasciare la Russia, ci hanno confiscato i passaporti. E non c’è un posto che sarebbe felice di avere un viceministro russo dopo questa invasione fascista», avrebbe detto Kucherenko durante quell’incontro. Il politico russo avrebbe inoltre confidato al giornalista di star assumendo «antidepressivi e tranquillanti allo stesso tempo, a manciate». Medicinali che, però, certo non lo stavano aiutando: «Non dormo. Sto malissimo. Siamo tutti tenuti in ostaggio. Tra un anno non riconoscerai nemmeno la Russia». Super non ha detto quando è avvenuta esattamente la sua conversazione con Kucherenko, che lascia la moglie, la cantante pop georgiana Diana Gurtskaya, e il loro figlio adolescente.