Perché è difficile quantificare i morti russi della guerra in Ucraina

Giovanni Sofia
07/04/2022

Oltre 18 mila secondo Kyiv, appena 1.500 per Mosca. Circa 10 mila, affermano gli americani. Dalla difficoltà a recuperare i cadaveri alle complicate procedure di riconoscimento, fino alla censura: perché è così complicato contare i decessi russi in Ucraina.

Perché è difficile quantificare i morti russi della guerra in Ucraina

Lettere senza risposta, appelli caduti sistematicamente nel vuoto. Il dramma della guerra in Ucraina si ripercuote su famiglie alla costante ricerca di figli spediti al fronte dal governo russo e di cui hanno perso ogni traccia. In 400, tra parenti e genitori, hanno già scritto a Tatyana Moskalkova, commissaria di Mosca per i diritti umani, racconta un funzionario rimasto anonimo al Moscow Times. Volevano notizie di quei ragazzi partiti con l’idea di un’esercitazione militare e ritrovatisi nel mezzo di un conflitto, di cui ancora faticano a spiegarsi le ragioni. Tra loro, anche Tatyana Pivovarova che ha impiegato due settimane a conoscere le sorti del figlio. C’è riuscita a fine marzo. Ha saputo fosse vivo solo grazie a un video pubblicato su un canale Telegram ucraino. Stanislav, 21 anni, era in ospedale, a Dnipropetrovsk, prigioniero e con una grave ferita alla gamba. Da allora più nulla «Non so nemmeno se sia ancora vivo», dice oggi la donna. «È in missione», le avevano risposto sinteticamente dall’unità militare in Inguscezia, dove il giovane prestava servizio.

Come funziona il riconoscimento dei caduti in guerra e perché è difficile contare i morti della guerra in Ucraina
Un soldato russo morto durante la guerra (Getty)

Perché è complicato conoscere i numeri reali dei morti russi nella guerra in Ucraina

A loro Tatyana, utilizzando i canali ufficiali, si era rivolta inizialmente per avere notizie. La sua storia è la fotografia del perché conoscere i numeri delle perdite russe dallo scoppio della guerra in Ucraina diventa impossibile. I decessi, riferiva il Cremlino lo scorso 25 marzo, erano 1351. Circa 18 mila per Kyiv. In mezzo la versione americana, che li quantifica in oltre 10 mila. Un numero tremendamente alto, se paragonato ad esempio ai dieci anni di conflitto che l’Urss affrontò in Afghanistan, alla fine del quale si contarono 14 mila morti. Circa undicimila persero la vita complessivamente nelle due campagne cecene. Anche per questo, per evitare l’indignazione dell’opinione pubblica, Mosca si rifiuterebbe di riportare in patria i cadaveri. Lo spiegava ai giornalisti indipendenti russi Volodymyr Zelensky a fine marzo: «Il ministero della Difesa non ha voluto farsi carico dei corpi. Inizialmente si sono opposti, poi si sono offerti di inviare sacchi neri. Anche quando muore un cane o un gatto viene trattato meglio». A ciò si aggiunge, la questione dei forni crematori mobili, trasportati in fretta e furia per coprire l’elevato numero di decessi e far scomparire i cadaveri.

Come funziona la procedura ufficiale per contare i cadaveri durante la guerra

La procedura ufficiale, invece, l’ha spiegata un avvocato militare. «Brigate speciali dovrebbero portare via i feriti e registrare i defunti», ha detto al Moscow Times. «I dati, quindi, vengono forniti al comandante, a cui spetta il compito di redigere il rapporto e trasmetterlo lungo la catena di comando. Ma le comunicazioni sono difficili e quantificare le perdite praticamente impossibile». L’identificazione tuttavia rimane passo necessario affinché le vittime siano dichiarate effettivamente cadute in guerra. «La procedura stabilisce inoltre che nei casi dubbi non siano sufficienti le testimonianze, piuttosto occorra il test del Dna», ha illustrato Anton Scherbak, avvocato dell’organizzazione per i diritti umani Soldiers’ Mothers of St. Petersburg. «I cadaveri esclusi da un simile procedimento non sono considerati morti, ma neppure dispersi. Non hanno status legale, non sono né vivi né deceduti».

Come funziona il riconoscimento dei caduti in guerra e perché è difficile contare i morti della guerra in Ucraina
I cadaveri dei soldati russi a bordo strada (Getty)

Senza il riconoscimento non si potrà accedere ai fondi stanziati da Putin per le vittime di guerra

Da allora dovrà passare un anno prima che i parenti dei soldati possano rivolgersi a un tribunale che dichiari disperso un parente. Il presidente Putin intanto ha promesso un risarcimento di 7,4 milioni di rubli, 90 mila dollari, alle famiglie dei soldati uccisi in guerra. Soldi, la cui erogazione, però, è subordinata a una morte legalmente accertata e a un processo che potrebbe durare decenni. Fanno scuola, in questo senso, i morti non identificati della guerra cecena e attualmente sepolti in un cimitero a Rostov sul Don. I loro campioni genetici sono conservati in un database. «Ogni frammento viene esaminato. Anche supponendo che appartengano tutti allo stesso corpo, è un lavoro gigantesco», ha spiega un medico legale russo. «Verifichiamo immediatamente le somiglianze genetiche con i presunti parenti, che di solito vengono avvisati o, a questo punto, si sono già presentati da noi. Sfortunatamente, non tutti gli uomini uccisi in Cecenia sono stati identificati. Molti non avevano parenti o non sono stati in grado di raggiungerli. In simili situazioni, i morti vengono seppelliti e il loro materiale genetico viene comunque immagazzinato».