In Russia la guerra in Ucraina è un efficace trampolino per la politica. Una foto al fronte, in trincea, magari in mimetica servono a fare carriera e, soprattutto, accreditarsi agli occhi di Vladimir Putin. Non è infatti un mistero che, sempre più sensibile ai capricci dello zar, l’amministrazione presidenziale sia pronta a premiare i veterani. Non veri combattenti, come ricorda il Carnegie Endowment for International Peace, ma funzionari e politici di secondo piano che si travestono da soldati pur di avanzare. E questo nonostante una fetta della nomenklatura nutra da tempo perplessità, per usare un eufemismo, nei confronti della guerra. Anche il cosiddetto partito del silenzio e dell’obbedienza – di cui facevano parte il primo ministro Mikhail Mishustin, il sindaco di Mosca Sergei Sobyanin, ma anche la governatrice della banca centrale Elvira Nabiullina – però non garantisce più l’immunità. Se un anno fa era considerato tradimento solo protestare contro l’invasione, ora lo è anche tacere sul conflitto. Insomma basta la mancanza di zelo a destare sospetti.
Le foto in mimetica, le visite al fronte e l’unità di riservisti composta da deputati
Tra coloro invece che fin dall’inizio dell’invasione hanno subodorato possibilità di promozione, dando il via alla tendenza, ci sono il primo vice capo di stato maggiore Sergei Kiriyenko e il segretario generale del partito al governo Russia Unita Andrei Turchak che hanno sfoggiato pantaloni cachi e mimetiche nelle aree dell’Ucraina occupate. Da allora si sono moltiplicate le photo opportunity e i viaggi al fronte di deputati della Duma come Vitaly Milonov, Sergei Sokol e Dmitry Khubezov. Gli eletti hanno addirittura creato un’unità di riservisti – la Cascade – riuscendo a ottenere incontri sia con Kiriyenko sua con Turchak. Non sono certo gli unici. C’è anche chi come Alexander Sapozhnikov ha lasciato il suo incarico di sindaco della città di Chita per offrirsi volontario. Il governatore di Primorye Oleg Kozhemyako ha visitato a più riprese le trincee. E pure Dmitry Rogozin, ex capo della società spaziale statale Roscosmos, ha indossato l’uniforme e si è diretto al fronte. Non è dato sapere se abbiano o meno preso parte a qualche combattimento, ma per il curriculum è sufficiente.

Le elezioni regionali e le promesse per i veterani
La militarizzazione delle élite continua dunque a pieno regime. Il governatore di Kursk Roman Starovoit ha dichiarato di farsi addestrare dalla Wagner. Turchak ha alluso alla mazza con cui lo scorso novembre è stato giustiziato il disertore dell’organizzazione mercenaria Yevgeny Nuzhin. Margarita Simonyan, redattrice capo di Rt, macchina di propaganda del Cremlino, si spertica in lodi della Wagner e di Prigozhin. Tutti messaggi per lo zar che continua a esaltare gli eroi che stanno combattendo per la Russia. Non solo: alle prossime elezioni regionali saranno promosse le candidature dei veterani di guerra, e i governatori sono incoraggiati a visitare il fronte. È però improbabile, fatta eccezione per alcuni casi simbolici, che veri soldati e ufficiali vengano eletti. Per fare carriera basteranno la foto giusta e la giusta dichiarazione.