Russia, l’ex giornalista Safronov condannato a 22 anni: chi è
Era stato arrestato due anni fa, con l’accusa di alto tradimento per aver diffuso segreti militari su Kommersant. Nel 2007 il padre, reporter per lo stesso quotidiano, morì cadendo dal quinto piano del suo condominio: ufficialmente si trattò di suicidio.
Ivan Safronov, ex reporter per i giornali Kommersant e Vedomosti, poi diventato consigliere del capo dell’agenzia spaziale russa, è stato condannato a 22 anni di reclusione in una colonia penale, dopo essere stato riconosciuto colpevole di tradimento. Safronov era stato arrestato nel 2020 con l’accusa di aver divulgato informazioni classificate.

Safronov, licenziato da Vedomosti per un articolo su Kommersant
Il Cremlino sta rafforzando la censura reprimendo i media indipendenti e soffocando sempre più la libertà di stampa e ogni forma di dissenso: molti osservatori ritengono che l’arresto e dunque la condanna inflitta a Safronov siano legato alla passata attività giornalistica. Safronov ha realizzato reportage su questioni militari per Kommersant fino al 2019, quando ha iniziato a lavorare per Vedomosti. Nell’estate di tre anni fa, le accuse a Kommersant di aver rivelato segreti di Stato, in un articolo firmato proprio da Safronov, successivamente licenziato da Vedomosti: questo spinse l’intera redazione politica del giornale a dimettersi in segno di protesta. Safronov è finito in manette dopo un anno, a luglio 2020, quando aveva trovato impiego da pochi mesi come consigliere del capo dell’agenzia spaziale Roscosmos.
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Safronov, quali sono i segreti di Stato che avrebbe rivelato
Nello specifico, secondo le autorità di Mosca, Safronov avrebbe rivelato all’agente dei servizi segreti cechi Martin Laris segreti militari sulla vendita di armi russe in Medio Oriente e Africa alla Repubblica Ceca, Stato membro della Nato. Safronov avrebbe inoltre fornito informazioni riservate non specificate all’agente dei servizi segreti tedeschi Dmitry Voronin, quando ancora lavorava come giornalista. Accuse infondate secondo la difesa, che continua a sostenere la tesi secondo cui Safronov sia stato arrestato per i suoi scomodi articoli scritti in precedenza. A suffragare questa tesi il fatto che nel 2020 abbia ricevuto una proposta di patteggiamento in cambio del nome delle sue fonti, offerta rispedita però al mittente.
Le accuse sono state definite «ridicole» anche da Kommersant, ma il processo a Safronov (che si è svolto a porte chiuse) ha decretato il contrario. «L’Ue chiede alle autorità russe di ritirare le accuse contro l’ex giornalista Ivan Safronov e di rilasciarlo incondizionatamente. La sistematica repressione del regime contro il giornalismo indipendente priva i cittadini del loro diritto a informazioni concrete, anche sulla guerra russa in Ucraina», ha twittato Peter Stano, portavoce della Commissione Europea.
Russia: 🇪🇺calls on 🇷🇺 authorities to drop the charges against former journalist Ivan Safronov and release him unconditionally. Regime’s systematic crackdown against independent journalism deprives citizens of their right to factual information, incl. about 🇷🇺’s war in Ukraine.
— Peter Stano (@ExtSpoxEU) September 5, 2022
Safronov, nel 2007 la morte sospetta del padre (come lui giornalista)
L’ex reporter appena condannato è figlio di Ivan Ivanovich Safronov, giornalista che il 2 marzo 2007 morì dopo essere caduto dal quinto piano del suo condominio di Mosca. Circostanze sospette, quelle del decesso: il 51enne Safrovov, che come avrebbe poi fatto il figlio si occupava di affari militari per Kommersant, abitava in un appartamento al terzo piano. Ovviamente, si ipotizzò che in realtà fosse stato ucciso a causa dei suoi reportage: l’ufficio del procuratore del distretto moscovita di Taganskij avviò un’indagine sulla morte di Safronov, stabilendo pochi mesi dopo che si era trattato di suicidio.