Alexander Nevzorov, primo giornalista e commentatore politico di spicco a essere incriminato nel marzo 2022 ai sensi della legge-bavaglio varata da Vladimir Putin, che da allora punisce chiunque diffonda false informazioni sulla guerra in Ucraina, è stato condannato in contumacia a otto anni reclusione.

In base alla legge-bavaglio rischiava fino a 15 anni di reclusione
Il tribunale del distretto di Basmanny ha condannato Nevzorov a otto anni, mentre l’accusa ne aveva richiesti nove. Lo scorso marzo Nevzorov aveva pubblicato e commentato le immagini dell’attacco sull’ospedale di Mariupol, nel sud dell’Ucraina, sulla sua pagina Instagram e su un canale Youtube. Tali informazioni erano state dichiarate false dal ministero della Difesa russo. E già a maggio un tribunale di Mosca aveva ordinato che Nevzorov (fuggito intanto dal Paese) fosse detenuto per due mesi, nel caso di rientro in Russia. Ma rischiava fino a 15 anni di reclusione. In quella che la corte ha definito una misura per garantire un risarcimento per eventuali multe che Nevzorov sarebbe stato condannato a pagare in caso di condanna, le autorità hanno in seguito proceduto al sequestro delle sue proprietà nella regione nord-occidentale di Leningrado.
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Nevzorov ha chiesto e ottenuto la cittadinanza ucraina
In quei giorni Nevzorov, che tra l’altro è stato un deputato della Duma russa, chiesto per sé e la moglie Lydia la cittadinanza ucraina al presidente Volodymyr Zelensky, che poi l’ha concessa con un decreto firmato a giugno, in virtù «dell’eccezionale servizio» prestato al Paese invaso dalla Russia. Il 64enne Nevzorov, che è attualmente in tournée in Canada con conferenze sul conflitto in corso, attualmente risiede in Italia, dove più volte è intervenuto in trasmissioni televisive per parlare della guerra. Per quanto riguarda la condanna, i suoi legali hanno già annunciato l’intenzione di impugnare la sentenza.
