Cambio al vertice delle forze russe in Ucraina. Il generale Valery Gerasimov, capo di Stato maggiore dell’esercito, subentra a Sergei Surovikin, nominato solo tre mesi fa. Un avvicendamento che ha sollevato interrogativi circa le reali intenzioni di Vladimir Putin per il futuro della cosiddetta operazione militare speciale. Il ministero della Difesa russo ha spiegato che Gerasimov sostituirà Surovikin a causa dell’«ampliamento dei compiti» e della «necessità di una più stretta interazione tra i reparti delle forze armate». Tuttavia, in Occidente il cambio di leadership in Ucraina è stato letto come il risultato della lotta di potere in seno ai vertici dell’esercito e l’apertura di una nuova fase dell’offensiva di Mosca. Ma anche come un sostanziale segnale di debolezza del Cremlino. Gerasimov non ha esperienza diretta sul campo ma è da sempre un fedelissimo di Putin. Una fonte anonima del Financial Times vicina al ministero della Difesa ha ammesso: «Stanno rimescolando le carte perché sono in un vicolo cieco e non sanno cosa fare. Questi tipi sono tutti uomini anziani che vanno per i 70 e non sanno come si combatte una guerra moderna».

La nomina di Gerasimov è il risultato di una lotta di potere interna al Cremlino
Secondo Dara Massicot, ricercatrice della Rand Corporation, con il rimpasto si è sostituito il generale più competente con il più incompetente. Secondo l’analista è «difficile sostenere che Surovikin sia stato retrocesso per giusta causa». Come comandante, ricorda, ha consolidato le posizioni, ha utilizzato al meglio le risorse, ha ascoltato Putin, è popolare tra le truppe e tra i blogger, è ben visto da Kadryov e dai mercenari della Wagner. In altre parole «non ha commesso errori strategici sul campo di battaglia come altri generali russi». Al contrario, il ministro della Difesa e Gerasimov hanno elaborato e portato avanti strategie errate, perdendo truppe e territori. Ma, ricorda Massicot, sono «fedeli a Putin» quindi sono intoccabili. E nella lotta di potere al Cremlino hanno avuto la meglio. Il ritorno in auge del tandem Shoigu-Gerasimov indebolisce anche il fondatore della Wagner Prighozin da sempre critico, con Kadyrov, nei confronti del ministero della Difesa. E congela le sue possibili mire di successione al Cremlino.
Today Shoygu and Gerasimov demoted Surovikin, and put Gerasimov in charge of the operation in Ukraine, demoting their most competent senior commander and replacing him with an incompetent one. This is a story that has it all: infighting, power struggles, jealousy /1 pic.twitter.com/yrhLN6qUwN
— Dara Massicot (@MassDara) January 11, 2023
Attraverso Gerasimov Shoigu riafferma la sua posizione dopo le critiche di Prigozhin e Kadyrov
Gerasimov non solo è un lealista della prima ora, ma è stato uno dei pochi generali coinvolti nella pianificazione dell’invasione ben prima che cominciasse. La sua nomina, stando all’analisi del think tank Usa Institute for the Study of War, è il risultato della vittoria del ministero della Difesa nella lotta interna al Cremlino. Dello stesso avviso Rob Lee, esperto militare del King’s College di Londra. Attraverso Gerasimov, Shiugu riafferma la sua posizione e risponde alla sovraesposizione del gruppo Wagner. La nomina a comandante delle operazioni in Ucraina è però un’arma a doppio taglio per Gerasimov. Il vecchio generale è appeso a un filo: o vince oppure finirà la sua carriera con disonore. Questo, secondo alcuni analisti, unito alla pressione di Putin suggerisce la possibilità di nuove escalation nel conflitto. L’arrivo di Gerasimov non entusiasma nemmeno i canali Telegram favorevoli alla guerra come quello del blogger Rybar secondo cui non cambierà nulla al fronte, a meno di un «miracolo».