Quasi 2 mila euro per un video pubblicato su Youtube. È la multa che dovrà pagare Mikhail Abdalkin, deputato del Partito Comunista russo di Novokuybyshevsk, nella regione russa di Samara, reo di aver «screditato le forze armate» e il discorso alla nazione di Vladimir Putin. Come scrive il Moscow Times, a febbraio, il politico era apparso in un filmato con degli spaghetti appesi alle orecchie, simbolo del dissenso davanti a un inganno o false informazioni. Abdalkin ha dichiarato di non avere nulla contro l’esercito e ha annunciato di voler presentare ricorso tramite i suoi legali. Intanto i compagni di partito hanno già preso le distanze.

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Cosa significano in Russia i noodles alle orecchie usati dal deputato
Il video incriminato di Mikhail Abdalkin risale allo scorso 21 febbraio, data del discorso di Vladimir Putin alla nazione a tre giorni dall’anniversario della guerra in Ucraina. Per l’occasione il politico locale aveva pubblicato un filmato in cui assisteva al discorso con gli spaghetti appesi alle orecchie. Per quanto curioso, il gesto ha una forte valenza simbolica a Mosca in quanto rimanda a uno specifico detto locale. “Appendere spaghetti alle orecchie” è un modo per denunciare una menzogna o false informazioni. Nel corso del filmato, rilasciato sui social network, Abdalkin annuisce ripetutamente alle parole del presidente Putin, esprimendo ironicamente «pieno sostegno» e applaudendo «la sua grande performance».
In 🇷🇺 Samara, members of the Communist Party of the Russian Federation propose to expel their deputy for listening to Putin's speech with noodles on his ears.
***Even communist understands that #Putin is a big liar 🤥 pic.twitter.com/lhYBztRpMF
— Ukrainian News Space (@ukrintelnews) March 1, 2023
«Volevo mostrare la mia insoddisfazione e quella di coloro che vengono ogni giorno da me», ha detto nel corso dell’udienza in tribunale. «Dubito che nei prossimi decenni ci saranno cambiamenti nella politica o nell’economia del Paese». Abdalkin, come ha riportato l’agenzia nazionale Tass, dovrà pagare una multa di 150 mila rubli, poco più di 1800 euro, in quanto la sua azione avrebbe screditato le truppe. Il deputato regionale però ha dichiarato di non aver voluto in alcun modo schernire l’esercito, che anzi ha sempre sostenuto raccogliendo fondi e inviando aiuti umanitari al fronte. Per questo ha già annunciato, tramite il suo legale, di voler presentare ricorso contro la sentenza nei prossimi giorni. Diversi funzionari di governo e anche alcuni compagni di partito hanno però immediatamente preso le distanze, criticandone l’azione e ricordando come intendano sostenere i soldati durante il conflitto.