Russia, 100 processi penali per fake news sulla guerra in Ucraina

Redazione
02/09/2022

Finora sono 100 i procedimenti penali avviati dai tribunali russi ai sensi della legge sui "falsi di guerra" che prevede fino a 15 anni di reclusione. Più di 30 imputati hanno fatto perdere le proprie tracce.

Russia, 100 processi penali per fake news sulla guerra in Ucraina

Sono 100 i cittadini russi che sono stati finora accusati o condannati ai sensi della legge russa sulla censura, che dall’inizio della guerra prevede fino a 15 anni di carcere per chi diffonde notizie ritenute false sulla cosiddetta “operazione speciale militare” e chi getta discredito sull’operato dell’esercito in Ucraina. Come ha evidenziato su Telegram l’avvocato per i diritti umani Pavel Chikov, dal 1999 presidente della non-profit Agora, sette dei 100 procedimenti penali sono stati avviati nell’ultima settimana, nel corso della quale sono arrivare le prime accuse per due militari russi: i soldati Ilya Karpenko e Valery Kotovich. Tra le persone recentemente oggetto della legge draconiana varata a marzo c’è inoltre Ilya Ponomarev, un ex deputato particolarmente critico nei confronti del Cremlino: nel 2014 è stato stato l’unico membro della Duma a votare contro la ratifica dell’annessione della Crimea alla Federazione Russa. Difficilmente sarà sanzionato, visto che vive in esilio in Ucraina.

Sette anni di carcere: la condanna inflitta ad Alexei Gorinov

I tribunali russi hanno finora emesso nove condanne ai sensi della legge sui “falsi di guerra”. Per due imputati è arrivata la reclusione. La sentenza più dura è stata finora quella ricevuta da Alexei Gorinov, consigliere del distretto municipale Krasnoselsky di Mosca, che a luglio è stato condannato a sette anni di carcere. Il tribunale della città siberiana di Tjumen’ ha invece condannato Eduard Shcherbakov a sei mesi in una colonia penale. Due cittadini finiti a processo sconteranno la condanna effettuando lavori socialmente utili, ad altri due sono state inflitte multe tra uno e tre milioni di rubli (il massimo previsto, circa 50 mila euro). Per altre due persone, invece, le condanne sono state momentaneamente sospese.

Russia, cento casi penali per fake news sulla guerra in Ucraina. Due imputati sono finiti dietro le sbarre, 28 sono in custodia cautelare.
Alexei Gorinov, condannato a sette anni di carcere (Getty Images)

I due leader dell’opposizione in custodia cautelare

Sono 28 le persone attualmente detenute in custodia cautelare, sei quelle poste agli arresti domiciliari dal tribunale. Cinquantasette imputati rischiano tra cinque e 10 anni di carcere. Ventiquattro degli accusati potrebbero invece ricevere condanne inferiori a tre anni. Tra i detenuti in attesa di giudizio figurano i leader dell’opposizione Ilya Yashin, arrestato per aver trasmesso su YouTube un programma in cui ha parlato delle atrocità di Bucha, e Vladimir Kara-Murza (ex braccio destro di Boris Nemtsov, ucciso con quattro colpi di pistola nel 2015 davanti al Cremlino).

Russia, cento casi penali per fake news sulla guerra in Ucraina. Due imputati sono finiti dietro le sbarre, 28 sono in custodia cautelare.
Il politico Vladimir Kara-Murza, ex braccio destro del leader democratico Boris Nemtsov (Getty Images)

Petrenko, la primula rossa di Omsk

Secondo Chikov, 32 delle persone accusate dal Cremlino di aver diffuso fake news sono fuggite dalla Russia o, comunque, sono irreperibili: tra essi i giornalisti investigativi Andrei Soldatov e Ruslan Leviyev, che le autorità di Mosca hanno successivamente inserito nella lista dei ricercati. E anche Elena Kotenochkina, direttrice del distretto municipale di Krasnoselsky, che si è data alla fuga. Ma il vero “incubo” del Cremlino è Dmitry Petrenko, consigliere comunale di Omsk, accusato delle diffusione simultanea di sette false notizie riguardanti l’operazione in Ucraina. Arrestato ad aprile, era stato rilasciato ricevendo il divieto di usare Internet e di uscire di casa dalle 22 alle 6. Primula rossa, si dovrebbe trovare adesso all’estero.