Altra morte sospetta nella Federazione Russa. Ravil Maganov, presidente del cda della compagnia petrolifera russa Lukoil, è morto dopo essere caduto da una finestra della Clinica centrale ospedaliera di Mosca. Maganov, che aveva 67 anni, lavorava per Lukoil, che è il secondo gruppo petrolifero russo, dal 1993. Ne aveva curato la raffinazione, la produzione e l’esplorazione, diventandone infine presidente del Consiglio di amministrazione nel 2020. Ravnil era fratello di Nail Maganov, a capo della compagnia petrolifera Tatneft, di dimensioni più ridotte.

Maganov si era schierato per una rapida fine della guerra
Il gruppo petrolifero russo Lukoil ha riferito in un comunicato che Maganov è morto «dopo una grave malattia», senza fornire ulteriori dettagli su ciò che è successo a Mosca. Le forze dell’ordine parlano invece di suicidio: «Era stato ricoverato in ospedale per un infarto. Inoltre, aveva assunto antidepressivi», ha riferito una fonte alla Tass. Ravil Maganov, stretto collaboratore dell’ex presidente Vagit Alekperov, dimessosi ad aprile dopo aver subito sanzioni dal regno Unito, nei mesi scorsi si era schierato per una «rapida fine del conflitto in Ucraina».

Dirigenti e magnati russi, una lunga scia di morti sospette
E questo non può non far sorgere dubbi sul volo dal sesto piano della clinica moscovita. La sua morte si va infatti a sommare a quella di altri top manager ( di società petrolifere ed energetiche) deceduti in circostanze non proprio chiare. A inizio luglio il magnate del gas Yuri Voronov, 61 anni, è stato trovato morto nella sua villa a San Pietroburgo, ucciso a colpi d’arma da fuoco. Vladislav Avayev, 51enne ex consigliere del Cremlino ed ex vicepresidente della Gazprombank, ad aprile è stato trovato senza vita nel suo appartamento al 14esimo piano di un lussuoso condominio di Mosca. Aveva la pistola in mano e accanto giacevano i corpi di moglie incinta e figlia 13enne. Simile il caso di Sergey Protosenya, ex top manager della Novatek, che però ha utilizzando un’ascia, per poi impiccarsi nel cortile della sua abitazione di Lloret de Mar. La morte di Vasily Melnikov e della sua famiglia risale a inizio marzo. Il miliardario russo proprietario di Medstom, la moglie e i due figli sono stati trovati senza vita nel loro appartamento di lusso a Nizhny Novgorod, con ferite da taglio provocate da coltelli trovati sul luogo degli omicidi. Il 28 febbraio, quattro giorni dopo l’attacco russo era stato trovato morto l’oligarca Mikhail Watford, nato in Ucraina e vero cognome Tolstosheya, cambiato dopo il trasferimento nel Regno Unito. Il 25 febbraio, il 61enne Alexander Tyulyakov, vicedirettore generale del Centro per la sicurezza aziendale di Gazprom, era stato trovato impiccato nel suo cottage di Leninsky, nella zona di Mosca. Il primo oligarca morto in circostanze misteriose nel 2022 era stato Leonid Shulman, a fine gennaio: il capo del dipartimento di trasporto di Gazprom Invest era stato trovato morto nella sua abitazione di Leninsky, dove vivono molti dirigenti e uomini d’affari.