Da Ubisoft a EA, anche il gaming chiude le porte a Russia e Bielorussia
I maggiori produttori mondiali di videogame, tra cui Sony e Microsoft, hanno annunciato la sospensione delle vendite in Russia e Bielorussia. Dietrofront di Epic, creatrice di Fortnite, che resta operativa sperando di essere di supporto allo sviluppo del dialogo.
Cinema, sport, fast food. E anche videogiochi che chiudono le porte a Russia e Bielorussia. Le maggiori case di produzione hanno infatti annunciato la sospensione della vendita dei loro titoli e dei servizi online nei due Paesi. La decisione, come si legge nei vari comunicati, è frutto della forte volontà di «incentivare ulteriormente la comunità globale ad agire contro ciò che sta accadendo con la guerra in Ucraina». Da Ubisoft a EA Sports, che ha tagliato le squadre dai titoli sportivi Fifa ed Nhl, passando per Xbox di Microsoft, ecco tutte le aziende che hanno annunciato lo stop alle vendite in Russia e Bielorussia.
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EA Sports, Ubisoft e CD Projekt, le aziende e i videogiochi bloccati in Russia
Ad aprire le danze a livello internazionale ci ha pensato CD Projekt Red, casa di produzione di Cyberpunk 2077 e The Witcher 3: Wild Hunt. L’azienda di videogiochi ha tagliato fuori il mercato russo e bielorusso dagli acquisti sulla piattaforma di distribuzione online GOG. «Sappiamo che gli utenti di Russia e Bielorussia non hanno colpe per la guerra in Ucraina, ma non possiamo fare altro», ha dichiarato l’azienda in una nota ufficiale. «Con questo gesto invitiamo il mondo ad alzare la voce per quello che sta accadendo nell’est Europa». Presto si è unita anche Microsoft, che ha annunciato lo stop delle vendite di videogiochi e console Xbox sia nei negozi fisici che negli store online di Mosca e Minsk. Bloccati anche gli abbonamenti al Game Pass, che consente di accedere a centinaia di giochi dell’azienda.
— CD PROJEKT RED (@CDPROJEKTRED) March 3, 2022
Sulla stessa lunghezza d’onda anche la casa francese Ubisoft, creatrice di Assassin’s Creed. Un portavoce dell’azienda ha annunciato a Bloomberg la sospensione della vendita di copie fisiche e digitali dei suoi videogame, oltre alle varie espansioni online, tra cui l’ultima uscita per Assassin’s Creed Valhalla. Si è poi unita a ruota anche Take Two Interactive, che con Rockstar ha dato vita alle serie Grand Theft Auto e Red Dead Redemption. Sony ha invece escluso la Russia dalla vendita del nuovo Gran Turismo 7, mentre Activision Blizzard ha sospeso l’accesso a Call of Duty: Warzone e World of Warcraft. Le varie case di produzione hanno dunque seguito il gesto di EA Sports, che già giorni fa aveva rimosso le formazioni russe e bielorusse dai titoli Fifa 22 ed Nhl 22. Stop anche agli accessi per esports e agli acquisti in-game dei suddetti titoli «fino alla definitiva conclusione della guerra in Ucraina».
Epic Games, dietrofront «in favore del dialogo»
Sabato scorso anche Epic Games, azienda che ha dato vita al fortunato Fortnite, aveva annunciato uno stop dei videogiochi in Russia, salvo poi affermare di consentire ancora agli utenti di Mosca l’accesso online. «La scelta segue lo stesso motivo per cui altri strumenti di comunicazione restano online», ha dichiarato Epic in una nota. «Il mondo libero dovrebbe consentire tutte le azioni di dialogo». Diverse altre piattaforme, invece, pur restando online in Russia hanno comunque sospeso la vendita in rubli. È il caso di Nintendo, che ha annunciato una manutenzione del suo store a seguito della sospensione dei pagamenti nella moneta russa.

Bloccati su Steam i pagamenti con carta di credito, dove ad oggi non è possibile fare transazioni nemmeno tramite PayPal. Come ha dichiarato Wired, chiudendo a Russia e Bielorussia il mercato dei videogiochi non dovrebbe comunque avere difficoltà ad assorbire l’urto. Secondo un rapporto di NewZoo del 2021, i clienti russi e bielorussi hanno rappresentato rispettivamente il 5,4 e il 3,7 per cento del totale globale.
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